Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sarebbe pronto a citare in giudizio Google già oggi stesso, secondo quanto riferito da Bloomberg News, in merito alla sua posizione dominante sul mercato della pubblicità digitale.
L’azione legale sarebbe la seconda denuncia federale antitrust presentata contro Google, con l’accusa di violazione delle leggi antitrust nel modo in cui il gigante tecnologico acquisisce o mantiene la sua posizione dominante. La causa intentata dal Dipartimento di Giustizia contro Google nel 2020 riguarda il suo monopolio nel settore della ricerca e il processo è previsto per settembre.
Il Dipartimento di Giustizia non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte di Reuters, mentre Google ha rifiutato di commentare la notizia.
Si prevede che l’azione legale prenda di mira l’attività pubblicitaria di Google, che è responsabile di circa l’80% delle sue entrate. Oltre alla ben nota ricerca, che è gratuita, Google guadagna attraverso le sue attività interconnesse di tecnologia pubblicitaria, che mettono in contatto gli inserzionisti con giornali, siti web e altre aziende che cercano di ospitarli.
Gli inserzionisti e gli editori di siti web si sono lamentati del fatto che Google non è stato trasparente sulla destinazione degli introiti pubblicitari, in particolare su quanto va agli editori e quanto a Google.
Il gigante tecnologico ha effettuato una serie di acquisti, tra cui DoubleClick nel 2008 e AdMob nel 2009, per contribuire a diventare un attore dominante nella pubblicità online.
In precedenza Google aveva sostenuto che l’ecosistema della tecnologia pubblicitaria era competitivo con Facebook Inc, AT&T, Comcast e altri.
Sebbene Google rimanga il leader del mercato, la sua quota di entrate pubblicitarie digitali negli Stati Uniti si sta erodendo, passando dal 36,7% del 2016 al 28,8% dello scorso anno, secondo Insider Intelligence.