A luglio i nuovi tablet della società di Mountain View. Si cambia processore, passando a Qualcomm, ma non si cambia strategia: il low cost è la via giusta per far vincere l’ecosistema.
Arriveranno per l’estate, probabilmente nel corso del mese di luglio, i nuovi tablet Nexus 7 di Google.
Poche, al momento, le indiscrezioni sui nuovi dispositivi: l’unica certezza è che Google conferma con questo lancio la sua volontà di proseguire nella competizione con Apple, Amazon e Samsung sul segmento dei tablet low cost.
Dal punto di vista prettamente tecnologico, l’altra certezza è rappresentata dal cambio di processore: al posto dei Tegra 3 di Nvidia che hanno finora costituito il core della sua offerta, Google dovrebbe passare all’adozione dei nuovi Snapdragon di Qualcomm, con una scelta di campo che non può non avere conseguenze anche nella rivalità tra i due produttori di processori.
Pur in assenza di dettagli da parte di alcuna tra le forze in campo, gli analisti si sono subito concentrati sul fattore prezzo. E c’è chi si dice convinto che Google non si discosterà poi molto da quel price tag di 199 dollari già adottato per i modelli attualmente in commercio, che le consente di essere competitiva rispetto ai 300 dollari di partenza di iPad mini.
In realtà, qualche analista si spinge a dire che l’elemento prezzo è determinante purché lo si analizzi dalla giusta prospettiva.
Per Google i dispositivi non sono elemento chiave nella composizione del fatturato o degli utili: in realtà per la società di Mountain View si tratterebbe di una strategia a zero margini.
Fondamentale, semmai, è il livello di copertura e di penetrazione che la società riuscirà ad avere con i suoi device. Se lo scorso anno Google è riuscita a immettere sul mercato qualcosa come 4,6 milioni di Nexus 7 nella seconda metà dell’anno, quest’anno le ipotesi indicano come totale probabile una cifra compresa tra i 6 e gli 8 milioni di unità.
In questo caso, fermo restando il fatto che per policy Google non conferma ufficialmente le cifre e che dunque ci si muove nel regno delle ipotesi, appare evidente come la società possa ragionevolmente puntare a una base sempre più ampia di utenti verso i quali veicolare App, servizi e comunicazioni pubblicitarie, favorendo non la singola linea di business, ma il suo intero ecosistema.