La terza edizione dell’evento Shape your Vision di Gruppo E si è aperta con l’invito a collaborare tra aziende, amministrazioni pubbliche e vendor. “Be Engaged”, e ognuno faccia la sua parte
Il futuro si migliora lavorando insieme, ognuno facendo la propria parte, ma puntando a dare vantaggi a noi e al mondo che ci circonda. Ed è proprio al grido di “Be Engaged” che Gruppo E ha organizzato a Firenze la terza edizione di Shape your Vision, il proprio evento dedicato a clienti e prospect che quest’anno è diventata una vera e propria chiamata all’impegno civile per fare crescere e migliorare, grazie alla tecnologia, il mondo che ci sta attorno, attivando collaborazioni locali con aziende di riferimento e con le amministrazioni pubbliche.
Su questa linea il system integrator toscano ha pensato di presentare sul palco del Teatro del Maggio Fiorentino una vera e propria rassegna di una selezione dei tanti progetti ideati insieme ai propri clienti e in collaborazione con i propri partner tecnologici. Casi di successo nei più disparati settori raccontati direttamente da quei clienti che hanno potuto verificare di prima mano i vantaggi derivati dalla propria trasformazione digitale.
“Oggi è il momento di essere coinvolti, tutti insieme, in una collaborazione che mette insieme clienti, fornitori e partner tecnologici – ha esordito Stefano Zingoni, Innovation e marketing director di Gruppo E -, in uno sforzo comune per migliorare il nostro futuro. Impegnarsi, tutti insieme, per costruire un futuro migliore, con le nostre differenze, che possono anche stridere, ma che alla fine arricchiscono, sfruttando, e non temendo, i cambiamenti che verranno, me destinati, tutti, ad affrontare temi quali la sicurezza e l’intelligenza artificiale, curandone i vantaggi ma tenendo conto degli aspetti etici che ne comporta”.
Gruppo E, una storia che parte da Ergon e oggi gode della condivisione di competenze di più aziende
Gruppo E è già di per sé rappresentativa dei buoni risultati che la collaborazione porta, essendo una realtà che a oggi riunisce 7 aziende, che si è costituita formalmente nel 2018 a partire da Ergon, system integrator di Firenze, nato nel 2005.
Inizialmente orientati alle soluzioni per il mondo del data center e della protezione del dato, aggiungendo via via altre competenze con l’entrata di altre aziende nel gruppo. La prima ad aggregarsi è stata Mediasecure, specializzata in Security e Cybersecurity, la quale è cresciuta all’interno del gruppo e che quest’anno si fonderà completamente con Ergon in una realtà unica. Altre aziende del Gruppo sono invece state acquisite nel tempo con quote di partecipazione e altre ancora sono state create. Per arrivare ad avere un mix di competenze da proporre al mercato, a partire da un’azienda con specializzazioni sullo sviluppo software, una sul cloud, una focalizzata sulla consulenza sulle compliance per la preparazione alle certificazioni ISO e altre.
“il nostro percorso di crescita è stato quello di volere aggiungere temi innovativi secondo competenze specifiche – ha commentato Zingoni – e a oggi contiamo oltre 100 persone all’interno del Gruppo con un fatturato che lo scorso anno si è chiuso a 60 milioni di euro. Le previsioni per quest’anno ci vedono prossimi agli 80 milioni di euro.
Una crescita del mercato che ci ha spinto a voler organizzare le competenze che abbiamo in business unit.
La prima nata è Infosec, che si occupa di sicurezza, all’interno della quale vengono fatte attività di intelligence e di security cyber.
La seconda divisione è Innovability, che si occupa di innovazione, sia legata strettamente alla tecnologia, sia non, come le tematiche legate alla sostenibilità, e proprio su questa linea va la collaborazione nata recentemente con Prosperah, che rappresenta il nostro braccio armato per i diversi aspetti consulenziali riguardo la sostenibilità.
A questa business unit fanno riferimento anche altri temi, come quello dell’intelligenza artificiale, tema su cui è specializzata Memori, l’azienda che abbiamo da poco acquisito, o Prosperah, con cui abbiamo una stretta partnership e che rappresenta in tutto e per tutto la nostra consulenza ESG verso il mercato”.
Mentre una sta nascendo: una divisione che abbraccerà tutti i temi legati al data center, mettendo in ordine tutti gli aspetti, sempre più articolati, che ormai afferiscono al data center di oggi.
Business unit con le quali Gruppo E si vuole proporre al mercato in modo di dare una vision su quanto si potrebbe fare per migliorare il lavoro e il contesto sociale.
E proprio per mostrare quanto è in corso che sul palco di Shape Your Vision 2023 si sono susseguiti a ritmo sostenuto degli esempi virtuosi che hanno visto protagonisti i clienti, le tecnologie messe in atto e le competenze di Gruppo E. Insieme.
Una Firenze virtuosa che sfrutta tutte le fonti di informazione e dati per migliorare i servizi ai cittadini
Un bisogno di collaborare e di migliorare attraverso l’innovazione che non è sentito solamente dalle aziende private, ma dalle stesse amministrazioni locali. Come è l’esempio del comune di Firenze, che si trova da un lato a dover fare fronte alle emergenze, come quelle delle recenti alluvioni, e dall’altro ad avere l’ambizione di diventare una città smart.
“Abbiamo investito molto sull’innovazione e stiamo cercando di evolvere ulteriormente – ha affermato Giovanni Bettarini, assessore al bilancio, commercio e attività produttive del comune di Firenze -, con investimenti importanti su infrastrutture e tecnologie, dalla tramvia agli aeroporti, cercando di mettere insieme i dati per poter prendere decisioni utili al futuro della città. Una città che vuole essere al centro, dove ci si confronta, e con le tecnologie al servizio delle persone e non il contrario e riprendere la centralità delle città, che con il covid si era diluita al di fuori. Sfide ambiziose per una smart city, che dovrebbe riuscire a utilizzare i dati per le scelte di governo. Siamo pieni di dati, ma devono essere interpretati, organizzati, per avere informazioni quando servono e velocemente, come anche fare tesoro dei commenti dei cittadini stessi, che sono fonte di informazioni per come rendere le città alla misura delle loro esigenze”.
Una smart city si progetta insieme: fornitori IT, vendor e PA. All’insegna della semplicità
Un rapporto di collaborazione, quello con le amministrazioni pubbliche, che diventa fondamentale per la loro trasformazione digitale, dove è necessario lavorare tutti insieme, pubblico e privato, affinché le città possano dirsi smart. Con l’aiuto dei vendor che mettono a disposizione le loro tecnologie.
“Una delle caratteristiche principali di una smart city è la semplicità – interviene Fabio Florio, business development manager e innovation center leader di Cisco -, perché deve essere facile per i cittadini poter usare i servizi e per le amministrazioni raccogliere, di conseguenza, dati importanti per poter migliorare nel futuro. Ma bisogna sforzarsi per migliorare le competenze, sia dei dipendenti pubblici, sia dei cittadini, in modo da avere una interazione proficua per entrambi. Nel frattempo, le infrastrutture stesse devono adeguarsi alle nuove tendenze di utilizzo, tra il traffico video e streaming per esempio, comportando di conseguenza diverse esigenze di sicurezza, dal momento che sulla rete si appoggiano sempre di più servizi critici per il Paese, che devono essere protetti”.
E proprio Cisco è stata coinvolta, insieme al Gruppo E, nella Infrastruttura IT del Viola Park, un complesso sportivo che comprende tutte le strutture della Fiorentina, nata con l’intento di avere tutti i dipendenti e le squadre della fiorentina insieme nella stessa “casa”.
“Insieme a Ergon e Cisco, abbiamo dotato di tecnologia avanzata le diverse strutture del Viola Park, con strumenti dotati di intelligenza artificiale per il monitoraggio delle performance degli atleti – ha commentato Andrea Ragusin, ICT manager della Fiorentina -, cercando in questo modo di migliorarne le performance e aiutarli nella riabilitazione dopo gli infortuni, con le terapie avanzate abilitate dall’alta tecnologia. Qualche numero per dare una dimensione al progetto: Viola Park si estende su 25 ettari e dispone di 20Gb/s di connessione su 30 km di fibra e consente 500.000 connessioni web Wi-Fi contemporanee”.
Gruppo E: l’innovazione passa (anche) dalla sostenibilità
Ma l’innovazione e la prosperità digitale non possono prescindere, oggi, da un impegno sempre più attento alle condizioni di sostenibilità, che la tecnologia certamente aiuta a mantenere, ma dove le competenze consulenziali possono fare la differenza.
Per questo motivo Gruppo E ha pensato di avvalersi della passione e delle competenze delle fondatrici di Prosperah, Serena Cellini e Alice Troiano, due giovani che hanno sposato la causa della sostenibilità e che ora intendono portare nel nostro Paese quanto hanno imparato all’estero.
“Si tratta di un tema che interessa sempre di più le aziende, in vista delle certificazioni di sostenibilità richieste dal mercato, a volte necessarie proprio per poter lavorare in una filiera sostenibile e che ora sta interessando da vicino anche il portafoglio. Sono, infatti, sempre di più le banche che vincolano al bilancio di sostenibilità la possibilità di erogare dei finanziamenti” commentano entrambe.
Analizzare i dati e relegare quelli inutilizzati. Per un risparmio energetico complessivo
Attenzione allo spreco energetico che per Netapp va di pari passo con lo sfruttamento dei dati, una lettura indispensabile per indirizzare le scelte future.
“Serve avere una piattaforma affidabile e sicura che consenta di gestire cloud ibrido in maniera bidirezionale – ha commentato sul palco Roberto Patano, senior manager system engineer di NetApp -, e anche qui il legame con la sostenibilità è evidente. Bisogna infatti avere consapevolezza di quali tipologie di dati abbiamo in azienda, e disporre di strumenti che possano monitorare come questi vengono utilizzati. I dati, infatti, stanno proliferando in maniera incontrollata, ma di tutta questa quantità, ben il 68% di essi non vengono utilizzati, ma continuano comunque a consumare energia dei data center. Bisogna ottimizzare i dati che non servono e relegarli in infrastrutture che non chiedano energia”.
Di queste potenzialità ha fatto tesoro Sofidel, produttore di carta igienica e domestica, cliente di Netapp, che ha illustrato al pubblico presente come grazie a queste tecnologie riesce ad avere i propri dati aggiornati e al sicuro e fruibili in qualsiasi momento
Lo sport e la cultura tra i beneficiari delle competenze di Gruppo E
Una carrellata, veloce, incessante, di storie di nomi importanti che stanno, grazie al supporto di Gruppo E, facendo un percorso di crescita e di innovazione. Ma non solo.
Le collaborazioni del Gruppo toscano vanno anche in direzione delle sponsorizzazioni di eventi sportivi e di iniziative culturali, dove la tecnologia ovviamente ha sempre un ruolo di agevolazione nell’organizzazione.
Tra queste, la collaborazione con RCS Sport & Events per il Giro d’Italia, attivata lo scorso anno e che si ripeterà anche quest’anno, prevedendo, tra l’altro, la partecipazione attiva di un certo numero di clienti di Gruppo E, che del Giro è technology partner e che, sempre con l’intercessione di RCS, l’ha portata a essere sponsor della squadra di basket Olimpia Milano.
E in un’area a così alta concentrazione di storia e di arte, certo non poteva mancare un connubio anche con le strutture museali del territorio, come Palazzo Strozzi e il Gabinetto Vieusseux. Da un lato Palazzo Strozzi si avvicina alle tecnologie e all’arte contemporanea dando spazio alle opere NFT, mentre il Gabinetto Vieusseux, che conserva e valorizza oltre 650.000 tra libri, riviste, giornali e materiali d’archivio del XIX e XX secolo, sta puntando a una fruizione digitale del proprio patrimonio culturale.
Memori: e l’intelligenza artificiale inizia a ricordare e a interagire spontaneamente
In quest’ultimo progetto, in particolare, si evidenzia l’attività di Memori, azienda focalizzata sull’intelligenza artificiale che è entrata recentemente a far parte del Gruppo E attraverso una partecipazione di Ergon. “Aiutiamo le aziende a utilizzare l’intelligenza artificiale conversazionale – ha spiegato il fondatore Nunzio Fiore -, convinti che l’AI nelle mani dei creativi possa fare davvero molto. In particolare, le nostre tecnologie sono state utilizzate da Gabinetto Vieusseux all’interno di un progetto che consente di visitare in maniera interattiva la struttura, potendo rapportarsi con i vari personaggi del passato come fossero vivi. Ma al di là di queste applicazioni, l’utilizzo strategico dell’AI in ambito business può dare grandi benefici alle aziende, integrandola nei programmi di formazione, per l’assistenza ai clienti o nell’automazione dei processi, per una ottimizzazione delle risorse aziendali e velocizzazione dei tempi di rilascio di progetti. Quest’anno siamo passati velocemente dal chatbot alla conversational AI, una conversazione reale ma non troppo, fatta su domanda e risposta fino all’AI with memories, dove vogliamo dare una memoria all’AI. Un’AI che accumula informazioni nel linguaggio naturale a partire da una domanda fatta tempo prima. Arrivando a suggerire autonomamente e a fare lei stessa delle domande, stabilendo una relazione, tornando sul tema, chiedendo come è andata e come le risposte siano state efficaci”.
È sempre questione di dati: l’AI in aiuto della cybersecurity
Ovviamente, in un palco dedicato alle tecnologie e ai casi di successo che queste hanno promosso, non poteva mancare di essere trattato il tema della sicurezza, imprescindibile per qualsiasi settore di mercato e per qualsiasi tecnologia innovativa e sempre più associato ai benefici dell’intelligenza artificiale. E anche qui ritorna il tema dei dati. E della loro analisi per poter essere analizzati dai modelli di cybersecurity e di tecnologia predittiva.
“Il malware evolve, ed è sempre più silente – ha sottolineato Umberto Pirovano, senior manager, system engineering di Palo Alto Networks – richiedendo di essere sempre più reattivi, in tempi rapidi e basandosi sui dati. Bisogna infatti avere una mole sufficiente di dati, provenienti da parti diverse, per avere coscienza di quanto succede. Dati che devono essere estratti per essere analizzati. Dal canto nostro, Palo Alto Networks si sta appoggiando sempre di più all’intelligenza artificiale, disponendo di 200 scienziati AI verticali che stanno lavorando da 9 anni di ricerca e sviluppo sul tema e su una base di dati analizzati nel corso di ben 10 anni. Con il risultato, oggi, di riuscire a bloccare oltre il 70% degli attacchi stealth, mentre senza l’ausilio dell’AI, invece, se ne riusciva a fermare solamente il 25%”.