Obbligare compagnie telefoniche e Internet provider all’adozione di misure di sicurezza volte alla prevenzione degli incidenti e della perdita, diffusione e distruzione di dati personali. Questo chiedono i vendor di sicurezza.
In relazione alle recenti decisioni prese dal Garante della Privacy in ordine al data breach il country manager di Check Point Software, Rodolfo Falcone rileva «con piacere che finalmente anche l’Italia ha recepito la direttiva europea in materia di sicurezza nelle comunicazioni elettroniche con la redazione da parte dell’Autorità di una serie di regole alle quali compagnie telefoniche e Internet provider dovranno attenersi in caso di perdita o distruzione dei dati personali degli utenti».
Per Falcone è una notizia positiva anche se «bisognerebbe andare ancora più in là e prevedere per queste realtà anche l’adozione obbligatoria di misure di sicurezza volte alla prevenzione degli incidenti e della perdita, diffusione e distruzione di dati personali».
«Chi fornisce connettività – dice – deve farlo in totale sicurezza, non solo avvertendo l’ utente in caso di data breach, ma facendo tutto il possibile affinché questo non avvenga. E oggi devo dire che la tecnologia e gli strumenti per farlo sono alla portata di tutti. Mi piacerebbe quindi che fosse richiesto un approccio ancora più proattivo volto a prevenire il realizzarsi di queste eventualità. Purtroppo oggi però la sicurezza in molti ambiti è ancora percepita più come un costo che come investimento e questo ne frena l’adozione».
Inoltre, per Falcone, viene sottovalutata da parte di coloro che offrono la connettività la possibilità di fare leva sul concetto di navigazione sicura anche come strumento di fidelizzazione e di acquisizione di nuovi clienti. «Chi non sarebbe disposto a pagare qualcosa di più – si chiede – a fronte della certezza che navigazione e traffico dati sono completamente protetti e controllati?».
E chiude con una considerazione: «La sicurezza è composta da più attori e da più componenti, per essere efficace ognuno deve fare la sua parte. Quindi, se anche l’utente finale si dota degli strumenti necessari a prevenire furti di identità e data breach, adottando ad esempio soluzioni antivirus e firewall, fa la sua parte nella lotta contro il cybercrime».