Hackerare è diventato un termine di uso comune, il che dà il senso di quanto la sicurezza informatica sia diventata non solo una cosa importante ma anche un tema vicino alla vita di tutti i giorni. Si possono hackerare sistemi in senso buono, per modificarli secondo le nostre esigenze, e in senso per niente buono, violandone le protezioni per sottrarre dati o comunque per altri scopi illeciti.
Sul nostro iPhone o iPad possiamo anche vivere una vita da hacker immergendoci in uno dei tanti giochi che si basano sui temi dell’hacking. In fondo, è dalla preistoria di War Games che il tema affascina anche i non tecnici. Con un’avvertenza: i giochi di hacking fatti meglio hanno poco o nullo appeal grafico: è come essere davanti al Terminale.
Hack Run
Hack Run è quasi l’app da hacking (virtuale) per antonomasia: ha dato vita a una successione di altri giochi a tema (ce n’è persino uno per Apple Watch) che sono sbarcati anche su macOS e Windows. Un buon risultato per un gioco che punta nettamente sul testo e sull’interfaccia da monitor a fosfori verdi.
La storia di Hack Run è tipica di molti giochi del genere: abbiamo il ruolo dell’hacker a contratto e ci muoviamo di missione in missione violando i server e i computer che ci vengono assegnati. La dinamica del gioco è quella dei puzzle game, in un certo senso: ci vuole ragionamento per capire, magari leggendo le mail del nostro malcapitato bersaglio, come entrare sempre più a fondo nei suoi sistemi.
Hacker’s Quest
Anche Hacker’s Quest è un gioco di impostazione molto tradizionale: è una avventura testuale che ci mette nei panni di un hacker a contratto, trasformando il nostro iPhone o iPad in un terminale Unix vecchio stile. Come avventura testuale la parte “storia” ha una certa prevalenza e serve a dare il “mood” dell’hacker a pagamento, oltre che a illustrare bene che per penetrare in un sistema non servono solo i tool tecnici ma anche una certa abilità di ingegneria sociale.
Conoscere un minimo di Unix/Linux aiuta ma non è indispensabile, le azioni di hacking vero e proprio sono sostituite da mini-puzzle che non hanno granché a che fare con il mondo delle spie digitali.
L’avventura si gioca completamente offline ed è auto-contenuta, suddivisa in decine di livelli. Tra l’altro è anche gratuita, con la possibilità di ricompensare lo sviluppatore secondo il nostro gradimento.
Hack Ex
Con Hack Ex si abbandona l’approccio molto sbilanciato sul testo, a vantaggio magari della semplicità ma, va detto, a scapito dei dettagli. Derivato da un titolo Android, Hack Ex è infatti una simulazione semplice dell’hacking che si presta meglio al casual gaming. L’interfaccia è quella di uno smartphone o tablet con applicazioni e dati generici (contatti, home banking, eccetera) più alcuni tool da hacker. Il senso del gioco, che funziona come un multiplayer online, è hackerare gli ambienti degli altri giocatori.
Hack Ex è un misto di gestionale e hacking. Per potersi difendere è bene aumentare il proprio livello di sicurezza aumentando il tasso di protezione del firewall o dell’anti-malware mentre per migliorare gli attacchi è bene aumentare la banda della propria rete o le capacità di spamming… Ci sono insoma diversi parametri da ottimizzare e che, in un confronto diretto di “hackeraggio”, devono essere superiori a quelli dell’avversario per avere una buona certezza di vincere.
Il gioco è gratuito, con acquisti in-app per ottenere i (finti) Bitcoin necessari a potenziare la propria dotazione informatica.
Hackers
Nonostante il titolo e il tema, in Hackers non c’è da hackerare nulla nel senso classico dei titoli del filone, dalla cui impostazione classica devia fortemente. Il gioco ha un’ambientazione da dark web ma è concepito secondo i modelli dei tower defense: attaccare le “infrastrutture” del giocatore avversario mentre si difendono le proprie (è un multiplayer online), con una pianificazione preventiva.
Qui la mappa del campo di gioco è una simulazione simil-3D di una rete informatica con tanto di server e strutture di difesa. Da un lato si deve impedire agli altri di entrare nella propria infrastruttura, dall’altro si usano attacchi diretti o infiltrazioni nascoste per violare la rete degli altri.
Per fare tutto questo si ricorre alla classica dotazione di strumenti di hacking e difesa da romanzo (e non solo): codici da compilare, tool per la penetrazione delle reti, analizzatori di traffico e via dicendo. Il gioco è gratuito, con gli immancabili acquisti in-app per ottenere più velocemente denaro virtuale.
Cyber Hacker
Chiudiamo in bellezza ritornando all’impostazione classica. Cyber Hacker è forse il titolo iOS più completo tra quelli che ci mettono in campo per hackerare un sistema dopo l’altro. La completezza sta nel come è stato creato l’ambiente virtuale in cui operiamo, che ha tutto quello che effettivamente riguarda il sottobosco della criminalità informatica. Ci sono virus da sviluppare, forum del dark web in cui trovare contatti e affari, sistemi da violare e tanto social engineering da portare avanti. Sempre con il rischio di avere la polizia alle calcagna.
Non appare come un gioco semplice perché non lo è, richiede come minimo di immergersi nella parte e di dedicarvi un certo tempo per impararne le dinamiche. In cambio si ha una buona dose di feeling da hacker.
L’interfaccia è un misto di testo e ambienti grafici, con il primo ovviamente prevalente. Anche il resto della grafica non è certo ai livelli della simulazione 3D, preferendo una impostazione volutamente 8-bit. L’app ha un costo una tantum, contenuto rispetto al suo ampio respiro.