“Nonostante i nostri 50 anni di storia in Italia e i 75 anni di storia nel mondo, oggi siamo qui con lo spirito della startup”. È con queste parole che Stefano Venturi, responsabile della neonata Hewlett Packard Enterprise Italy saluta i clienti, i partner e gli stessi uomini e donne della società in un incontro organizzato oggi a Milano proprio per presentare la nuova struttura e i nuovi obiettivi.
Già. Perché se a livello corporate la operazione di Hp in due entità distinte partirà il prossimo 1° novembre, con il debutto del titolo in Borsa dal giorno successivo, in Italia, così come in molte altre country, il percorso è già avviato e completato.
“Dal mese di agosto – racconta Stefano Venturi – Tino Canegrati è alla guida di Hp Italy, così come io lo sono per Hewlett Packard Enterprise. Oggi le nostre due realtà già si muovono con sistemi separati, contratti separati, clienti separati in base a ciò che acquistano. È un percorso naturale: prima si lavora localmente per essere certi che tutto funzioni. Poi si procede a livello corporate”.

Analogo discorso riguarda il canale e Venturi parla di un processo “seamless”.
In realtà, spiega, l’organizzazione in business unit degli anni precedenti aveva già creato una situazione favorevole alla separazione: “I partner di canale avevano contratti diversi ed erano seguiti da account manager diversi in base ai prodotti acquistati”.
Anche gli scorecard erano differenziati, dal momento che la logica del business legato alla vendita di pc e di quello legato alla vendita di server, storage o sicurezza sono intrinsecamente diverse. “Abbiamo rifatto tutta la contrattualistica, ma non abbiamo dovuto reimpostare la gestione del canale dei partner”.

Sulla logica che ha guidato la separazione, Venturi è netto: l’obiettivo è focalizzarsi su ciò che si sa fare bene. Di conseguenza, in Hewlett Packard Enterprise è confluito tutto ciò che ruota intorno al datacenter, ai dati e alla gestione delle reti, in Hp Inc. quello che sta intorno alla scrivania, incluse tutte le sue propaggini, come la stampa.

“Essere più dinamici e focalizzati”, ripete Venturi nella sessione plenaria, parlando di una Information Technology “liquida” e di una “economia delle idee”, nelle quali servono organizzazioni leggere e fresche, “in grado di coniare nuove idee e le portano sul mercato prima degli altri”.

Dal canto suo, Hewlett Packard Enterprise ha individuato quattro aree di trasformazione nelle quali intende essere fortemente presente: in primis nel percorso di trasformazione delle infrastrutture aziendali in infrastrutture ibride, poi nella strategia di protezione delle imprese digitali, con un focus chiaro sulla security. “La terza area è rappresentata dai dati, dai big data. In questo caso il nostro ruolo è aiutare le imprese a trarre valore dai dati. Muovendosi verso quello che viene definito il meaningful computing. Infine, la quarta area è quella dell’abilitazione di un workplace produttivo, il workplace del futuro, visto non solo in termini di mobilità, ma nella capacità di aprirsi all’utilizzo di strumenti e metodologie diversi”.

Perché questo percorso di trasformazione possa aver luogo, la focalizzazione è necessaria così come è necessario lavorare secondo ritmi differenti da quelli che regolano, ad esempio, chi vende pc.

Per quanto riguarda il nostro Paese, ci sono poi quattro settori nei quali la trasformazione può e in fondo deve essere declinata più velocemente.
“In primo luogo parliamo di trasformazione della Pubblica Amministrazione, anche tenendo presenti le scadenze dell’Agenda Digitale, poi di trasformazione del mondo della finanza, con le banche sempre più liquide e vicine ai loro clienti, poi di IoT e manufacturing 4.0 e infine di media. Su queste ultime due tematiche, per altro, abbiamo aperto due centri di competenza in Italia, a Cernusco sul Naviglio”.

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