Services Oriented Storage Solutions, la nuova strada di Hds per lo storage realmente utile. È la Soa storage.
È opinione di Ovum che oltre a consentire la replica e la migrazione dei dati e l’aggregazione delle risorse di storage, la virtualizzazione debba favorire lo sviluppo di servizi di storage comuni, che soddisferanno i requisiti di business e le relative istanze applicative attraverso un’infrastruttura eterogenea e gestibile centralmente.
Secondo l’analista, chi elimina l’approccio che prevede singole soluzioni specifiche per soddisfare i vari requisiti di storage delle aziende, massimizza l’utilizzo delle risorse e crea un’infrastruttura di storage ottimizzata. Dal punto di vista pratico, uno dei benefici principali della virtualizzazione, infatti, è quello di creare un insieme dinamico, consolidato e gestibile di servizi eterogenei di storage.
Hitachi Data Systems, allora, sta muovendo la propria offerta di storage secondo la direzione Services Oriented Storage Solutions (Soss).
Si tratta di un orientamento alle soluzioni, ossia non intende più affrontare con gli utenti le tematiche dello storage dal punto di vista della tecnologia fine a se stessa, ma lo vuol fare sulla base delle reali esigenze di business.
Le soluzioni che rientrano sotto il cappello Soss includono la nuova Universal Storage Platform V e una serie di pacchetti software. L’obiettivo che persegue la società, dunque, è quello di cambiare l’approccio alle esigenze di storage dei suoi clienti.
Se, si legge in una nota della società, fino a oggi i dati, le funzioni, il personale e la gestione erano vincolati a strutture rigide e i costi dell’infrastruttura erano suddivisi tra le varie business unit a prescindere dal reale utilizzo delle risorse, il nuovo paradigma di consente di implementare servizi di storage evoluti che creino una relazione diretta tra risorse, funzionalità ed esigenze.
In merito allo storage, negli scenari attuali gli amministratori di rete e i manager sono costretti a scegliere tra un approccio “one-size-fits-all” dove le funzionalità vengono definite in base ai service level agreement più stringenti, oppure un modello cosiddetto “mix-match-and-manage”, che prevede di costruire ambienti di storage complessi e spesso costituiti da hardware, software e processi incompatibili tra loro.
Nessuno di questi due approcci, secondo Hds, è in grado di soddisfare pienamente i requisiti degli utenti, nè dal punto di vista It nè da quello del business. Spesso accade, infatti, che sebbene le varie business unit aziendali non vogliano accollarsi costi per servizi di cui non hanno bisogno, gli It manager preferiscano non correre rischi e sovradimensionare l’infrastruttura per rispettare gli Sla.
Con Soss, allora, Hds punta a rendere più flessibili le architetture di storage attraverso un approccio di tipo service-oriented e funzionalità specifiche che consentiranno ai responsabili It di adattare i servizi di storage alle reali esigenze e assicurare che le business unit paghino solo per le risorse che effettivamente usano.
In buona sostanza, attraverso il Soss viene applicato il concetto di Soa (Service Oriented Architecture) al mondo dello storage, realizzando un piattaforma in cui l’insieme delle funzionalità è visto come una serie di servizi che saranno utilizzati solo se necessari.
La nuova Universal Storage Platform V di Hitachi Data Systems mette a disposizione servizi di storage evoluti che vanno da quelli di Business continuità al content management, dalle migrazioni di dati al provisioning dinamico, dalla sicurezza alla deduplicazione dei dati.
Con le tecnologie controller-based, mette a disposizione fino a 247 Petabyte di spazio, funzionalità di virtualizzazione, possibilità di configurare partizioni logiche, connessioni virtuali, il supporto di risorse eterogenee e il livello di prestazioni necessario a realizzare ambienti vendor-independent e a erogare servizi di storage in modalità on-demand.