Nella guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, Huawei è diventata target di veti e restrizioni, essendo una delle principali società di telecomunicazioni cinesi.
Con la nuova tecnologia mobile 5G che fa i primi passi sul mercato, o in imminente arrivo, e con il peso che le reti di comunicazione hanno ormai sull’economia e sulle società attuali, incluse la sicurezza nazionale dei Paesi e le stesse istituzioni democratiche, è su queste architetture che si gioca la partita più importante.
Anche Android è però diventato un territorio a cui è stato limitato l’accesso a Huawei, almeno in parte, con la decisione di Google di interrompere le attività commerciali con la società cinese.
Decisione a cui Huawei ha risposto tranquillizzando gli utenti.
In realtà Huawei avrà ancora la possibilità di utilizzare per i propri dispositivi la versione open source di Android, anche se non potrà sfruttare le app e i servizi di Google.
A quanto pare, però, l’azienda cinese sta già lavorando da anni a un’alternativa che le consentirebbe di farsi trovare pronta anche nel caso si avverasse una situazione da worst case scenario.
Secondo la testata cinese in lingua inglese Global Times, Huawei sta sviluppando da tempo un proprio sistema operativo che, oltretutto, sarebbe omni-device: quindi non destinato solo a smartphone e tablet, ma anche a Pc, al settore automotive, alle smart Tv e ai dispositivi indossabili del marchio.
Il sistema operativo sviluppato in casa da Huawei si chiamerebbe HongMeng OS, e sarebbe anche abbastanza vicino al debutto: entro l’autunno prossimo o al più tardi entro la primavera del prossimo anno.
HongMeng OS, secondo voci circolanti, andrebbe gradualmente a rimpiazzare Android e offrirebbe comunque la compatibilità con le app del robottino verde.
E molti analisti stanno ora inserendo in un quadro più ampio le dichiarazioni che Richard Yu, a capo del Huawei Technologies Consumer Business Group, aveva dato un paio di mesi fa alla testata tedesca Welt, parlando delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina: “Abbiamo preparato il nostro sistema operativo” aveva detto Yu. “Se mai dovesse succedere che non possiamo più usare questi sistemi, saremmo preparati. Questo è il nostro piano B. Ma ovviamente preferiamo lavorare con gli ecosistemi di Google e Microsoft.”