Ecco l’assetto della nuova realtà e le aree di business sulle quali concentrerà le proprie attività con Carly Fiorina e Michael Capellas ai vertici. Non va comunque dimenticato che l’operazione deve essere autorizzata dalla commissioni antitrust
Mano a mano che passano le ore, si fanno sempre più definiti i termini
dell’accordo che dovrebbe sancire la nascita di quella che sarà, di certo non
prima della metà del prossimo anno, la nuova Hp. Ma vediamo un po’ più nel
dettaglio che cosa è stato deciso e quale assetto organizzativo è stato già
delineato per l’azienda, senza dimenticare, però, che sull’operazione dovranno
dare il loro beneplacito le commissioni americana ed europea che seguono le
regolamentazioni antitrust.
Come abbiamo già avuto modo di precisare in lancio di notizia, l’operazione
avrà un valore nell’ordine dei 25 miliardi di dollari, dal momento che il
concambio sul quale le due aziende si sono accordate vede Hp assegnare 0,6325
azioni di nuova emissione per ogni azione Compaq. Ciò significa che il titolo
Compaq è stato valutato 14,68 dollari ad azione, pari al 19% in più rispetto
alla chiusura di venerdì scorso. L’azienda che nascerà, con sede a Palo Alto,
avrà presenza in 160 Paesi, qualcosa come 145.000 dipendenti in tutto il mondo e
un fatturato annuo dell’ordine degli 87 miliardi di dollari, così composto: 20
miliardi dollari per le attività di imaging e printing, 29 miliardi di dollari
per l’area pc e palmari, 23 miliardi di dollari per l’area infrastrutturale e 15
miliardi di dollari per i servizi.
Questa ripartizione del fatturato, citata dalle due aziende nel comunicato
ufficiale con il quale hanno annunciato l’accordo raggiunto, ricalca l’assetto
organizzativo che verrà dato alla nuova realtà. Quattro dunque le divisioni,
alla cui guida sono stati chiamati tre manager Hp e uno di Compaq.
Più
precisamente Vyomen Joshi, al momento presidente della divisione Imaging
and Printing di Hp, è stato chiamato a dirigere l’analoga struttura
della nuova azienda; Duane Zitner, presidente della divisione Computing Systems
di Hp, dirigerà la unit Access Devices, che segue l’area
client; Peter Blackmore, executive vice president vendite e servizi in Compaq,
si occuperà dell’area It Infrastructure, alla quale fanno capo
i business legati ai server, allo storage e al software. Infine, Ann Livermore,
attualmente responsabile dell’area servizi in Hp, ricoprirà
analoga carica nel nuovo organigramma.
Per quanto riguarda l’intero team manageriale, le redini, come abbiamo già
avuto modo di scrivere, restano in mano a Carly Fiorina, mentre Michael
Capellas, che per una singolare coincidenza aveva preso il comando di Compaq nel
luglio del 1999, pochi giorni dopo che Fiorina aveva assunto lo stesso ruolo in
Hp, resta presidente. Il ruolo di chief financial officer è stato invece
affidato a Robert Wyman, che attualmente lo è in Hp, mentre il team che si
occuperà dell’integrazione tra le due aziende sarà guidato da Webb McKinney,
presidente della Business Customer Organization in Hp, e Jeff Clarke, Cfo di
Compaq.
Nel dare l’annuncio dell’operazione, le due società hanno tenuto a
sottolineare che le sinergie che deriveranno dall’operare unite consentiranno di
risparmiare circa 2,5 miliardi e mezzo di dollari nel 2003. Questo,
razionalizzando processi, strutture, linee di prodotto.
Immediatamente gli analisti, che hanno accolto la notizia con la cautela e in
qualche caso lo scetticismo che in genere accompagna sempre questo tipo di
annunci, hanno cominciato a conteggiare i possibili tagli di organico che
conseguiranno. La cifra ha fatto subito sobbalzare molti, si parla infatti di
circa 14.000 dipendenti, ma va precisato che altro non è che il risultato della
somma matematica delle riduzioni di organico annunciate nelle precedenti
settimane da entrambe le aziende: 8.500 in casa Compaq e circa 7.000 da parte
Hp.
Un po’ più di perplessità, circa il futuro assetto, le suscita invece
l’organizzazione dei processi. Da tempo Hp si è fatta fedele seguace della
strategia dell’outsourcing produttivo, demandando a produttori esterni la
costruzione dei propri prodotti. Compaq ha ancora stabilimenti di proprietà e
negli ultimi anni ha destinato molti dei propri sforzi a migliorare il
build-to-order: sarà interessante quale delle due “vie” finirà per prevalere.