A un anno dal completamento dell’acquisizione di Compaq, si definisce la filosofia Adaptive, indirizzata alle aziende con ambienti eterogenei e fondata sugli assi del computing on demand e del management. La Darwin Reference Architecture farà da framework abilitante.
8 maggio 2003 L’adattabilità, espressa con il termine anglosassone “adaptive”, è la parola d’ordine alla base della strategia con cui Hp intende affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione. «L’unica costante nella realtà di business di oggi – ha detto Kasper Rorsted, senior vice president e general manager di Hp Emea – è il cambiamento, che rappresenta è un elemento destabilizzante. Tanto più un’azienda è flessibile, sincronizzata e “adaptive”, tanto più è preparata ad affrontarlo, sia che si tratti di quello di tutti i giorni, sia dei grossi cambiamenti imprevedibili».
Hp definisce, quindi, il proprio concetto di “adaptive enterprise”, delineando una struttura caratterizzata da due elementi fondamentali. Il primo è che sussista un legame tra l’It e il business, tale che ogni transazione di business induca una reazione a livello It; l’altro è che l’It sia legato al cambiamento dell’ambiente di business in modo che, se il primo muta, il secondo si adatti di conseguenza. «Il futuro per l’It è rappresentato da un suo avvicinamento ai processi di business – ha proseguito Rorsted -. Le aziende che riusciranno in tale compito potranno avvantaggiarsi del cambiamento, che apre la strada a una serie di opportunità. Chi non riuscirà in questo è destinato a soccombere».
Il framework abilitante per l’adaptive enterprise di Hp è basato su un modello darwiniano, riassunto in quella che l’azienda chiama Darwin reference architecture, articolata in tre livelli. Vi è il livello dei processi di business e quello infrastrutturale basato su una progettazione in grado di sostenere i cambiamenti e predisposta per l’integrazione. Tra questi due si pone il livello applicativo che ne realizza l’interconnessione e all’interno del quale assumono importanza anche i fattori dei clienti, dei dipendenti e dei fornitori.
La relazione tra i livelli è realizzata da una serie di strumenti di misura e di processi di gestione e controllo. A tale riguardo Hp ha annunciato il rilascio di tre nuove tipologie di servizi. Innanzitutto, una serie di servizi di agility assessment, correlati all’ambito dei processi di business. «Il problema era di trovare un modo per misurare l’agility nel rispondere ai cambiamenti – ha commentato Francesco Serafini, vice president e general manager di Hp Services Emea – per stabilire livelli confrontabili. Per queste ragioni abbiamo messo a punto nuove metodologie e un sistema per misurare l’agility impostato attorno ai concetti di tempo, semplicità e portata di azione».
A livello applicativo sono stati messi a punto i servizi di “adaptive application architecture”, improntati a determinare un approccio “adaptive” all’integrazione enterprise, mentre i nuovi servizi di “adaptive network architecture” si indirizzano a virtualizzare ed estendere il corporate network; entrambi i servizi sono impostati sui concetti di semplificazione, standardizzazione, modularità e integrazione.
Nella visione “adaptive” grande importanza viene confermata al rapporto con i business partner, rimarcato da tutti gli executive Emea durante il lancio europeo della strategia. «Hp è un organizzazione di tipo “partner driven – ha detto Rorsted – che fa oltre l’80 del proprio business con i Bp. Noi siamo dediti al partner, dove Ibm si pone, invece, con un approccio più verticale e meno flessibile». La strategia Adaptive trova il supporto, a livello tecnologico, degli Hp Labs, oltre che di una serie di soluzioni software rilasciate in accordo a essa.