Il fatturato di 17,35 miliardi di dollari è risultato essere 110 milioni di dollari meno di quanto preannunciato dagli analisti. A limitare il giro d’affari rispetto alle previsioni hanno contribuito in massima parte le vendite dei personal computer e dei sistemi midrange
20 agosto 2003 Per il terzo trimestre dell’anno
fiscale in corso gli analisti prevedevano un fatturato globale di 17,46 miliardi
di dollari. Hp invece è riuscita a totalizzare “solo” 17,35 miliardi di dollari
e questo risultato si è immediatamente riflettuto sull’andamento del titolo
azionario che ha accusato una perdita di circa il 10%, scendendo così sotto
quota 20 dollari (19,78 per la precisione).
Il Ceo della società, Carly Fiorina, ha commentato il risultato sottolineando
come in assoluto il terzo trimestre sia il più difficile dell’anno, ma
ciononostante è soddisfatta dell’operato della sua società. In effetti le
revenue sono del 5% superiori a quelle del medesimo periodo del precedente anno
fiscale.
Adesso però bisognerà rimboccarsi di nuovo le maniche e lavorare sodo. Carly
Fiorina ha anticipato infatti che per il prossimo trimestre prevede il
raggiungimento di un giro d’affari globale compreso tra 18,8 e 19,1 miliardi di
dollari. Più cauti sono invece gi analisti, che si aspettano 19,04 miliardi di
dollari.
La prestazione del penultimo quarter dell’esercizio corrente è stata
pesantemente influenzata dall’andamento delle divisioni Personal System Group ed
Enterprise System Group. Queste, rispettivamente, hanno accusato perdite
operative di 56 milioni di dollari e di 70 milioni di dollari, nettamente
superiori ai 21 milioni di dollari e i 7 milioni di dollari del trimestre
precedente.
In relazione
al mercato dei personal computer, Carly Fiorina ha evidenziato come il risultato sia
dovuto a un errore nella valutazione della variazione dei prezzi dei componenti e di
quella conseguente dei sistemi. Il Ceo di Hp ha ammesso che la sua
azienda ha ritoccato i prezzi dei computer in modo deciso, sperando in un pari decremento
del prezzo dei componenti (l’obiettivo era evidentemente quello di sconfiggere Dell
sul suo stesso terreno di battaglia). Ma il costo di questi ultimi non è
sceso tanto quanto Hp si aspettava e ciò ha prodotto un drastico calo
dei profitti, obbligando la società a riverdere al rialzo il prezzo dei
pc. Tutto ciò ha influito soprattutto sul segmento dei commercial desktop, che hanno fatto
registrare un declino a doppia cifra.
Bene invece i pc consumer (+18%) e molto bene i portatili (+54%). Qualche
problema è sorto invece in ambito monitor Lcd, perché Hp aveva sottostimato la
potenziale domanda in alcune regioni e quindi, per far fronte alle richieste, ha
dovuto inviarli per via aerea, aumentando così i costi.
Ma se questo risultato poteva essere in qualche modo preventivato, quello che
colpisce invece è la vistosa debacle nelle vendite dei prodotti curati dalla
divisione Esg. Secondo gli analisti, questa sembra dipendere da due cause
distinte: da un parte diverse imprese stanno sempre meno puntando su server
midrange Unix e sempre più invece su macchine a base Intel, mentre dall’altra
parte c’è chi abbandona i mainframe e altri sistemi high-end proprietari,
come per esempio i Tandem Non Stop e le macchine Ibm, per spostarsi su
soluzioni Unix. In pratica, il segmento midrange sembra si stia diversificando
più velocemente di quanto non avesse previsto Hp. Carly Fiorina ammette che la
sua azienda si aspettava una tale “biforcazione”, ma non aveva previsto una
dinamica così accelerata.
Sul fronte servizi, Hp ha fatto registrare un giro d’affari di 3,08 miliardi
di dollari, con un profitto di 337 milioni di dollari, mentre sul versante
Imaging and Printing Group le vendite sono salite del 10%, raggiungendo quota
5,24 miliardi di dollari, con un profitto operativo di 739 milioni di
dollari.