Aperta una causa miliardaria per violazione di contratto. Al centro, la cessazione del supporto di Itanium da parte di Oracle.
È di nuovo guerra di carte bollate tra Hp e oracle.
E questa volta è Hp che chiama in causa Oracle, chiedendo un risarcimento di 4 miliardi di dollari per violazione di contratto.
Secondo i legali di Hp, infatti, Oracle avrebbe violato un preciso obbligo contrattuale quando ha deciso di non sviluppare nuove versioni del suo database compatibili con i server Itanium.
Impegno che, naturalmente, i legali della controparte negano sussistere come obbligo così stringente.
Anzi.
Oracle avrebbe cessato lo sviluppo del database per piattaforma Itanium lo scorso anno, quando la stessa Intel la dichiarò di fatto a fine vita, preferendo concentrare gli sforzi verso le piattaforme x86.
Nella visione di Hp, l’accordo esistente tra le parti prevede il prosieguo del supporto per Itanium, non solo perché in assenza di questo elemento l’intera piattaforma sarebbe destinata all’obsolescenza, ma anche perché si tratta di un impegno preciso, riconfermato anche in un’altra sede legale, quando le due società giunsero a un accordo “amichevole”, dopo il passaggio di Mark Hurd in Oracle.
Nell’intesa sottoscritta, Oracle è di fatto impegnata a offrire i suoi migliori prodotti ad Hp.
Ora la prima parola spetta ai giudici, che in prima istanza devono appurare se davvero esista un contratto tra Hp e Oracle e quali siano i termini in esso contenuti.
In seconda istanza chiameranno i testimoni per le due parti, con Ann Livermore, membro del board di Hp, probabile prima convocata.