In base all’ultima classifica TOP500 Hewlett Packard Enterprise (HPE) ha diversi motivi per festeggiare insieme ai suoi clienti. La 63a edizione dell’elenco biennale che verifica e classifica i supercomputer più potenti al mondo ha, infatti, evidenziato che quattro dei primi 10 sistemi sono stati costruiti da HPE e due di essi sono macchine exascale.
Frontier, il sistema exascale costruito da HPE per l’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), rimane il supercomputer più veloce al mondo. Frontier è stato il primo supercomputer exascale verificato al mondo e ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la sua capacità di accelerare le scoperte scientifiche eseguendo modelli e simulazioni più ampie di quanto fosse possibile in precedenza, facendo progredire la scoperta di farmaci, la diagnosi di tumori e malattie, le energie rinnovabili e la scienza dei materiali.
Aurora, un supercomputer HPE Cray EX per l’Argonne National Laboratory (ANL), è stato certificato come il secondo sistema a raggiungere l’exascale. Al secondo posto nella TOP500, Aurora ha raggiunto una performance di 1,012 exaflops.
Ma i successi sono numerosi: ad esempio LUMI, costruito per la EuroHPC JU e ospitato dal consorzio LUMI e situato presso il CSC in Finlandia, si è piazzato al 5° posto. I ricercatori stanno utilizzando questo supercomputer per studiare il cambiamento climatico e per la diagnosi precoce del cancro, addestrando un modello di intelligenza artificiale su milioni di campioni per produrre diagnosi più accurate.
Il supercomputer Alps, costruito per il Centro nazionale svizzero di supercalcolo (CSCS), debutta nella top 10 al sesto posto. Basato sul supercomputer HPE Cray EX NVIDIA GH200 Grace Hopper Superchips, Alps ha raggiunto una performance di 270 petaflop. I ricercatori di svariate discipline potranno utilizzare a proprio vantaggio le straordinarie prestazioni di Alps e la sua capacità di intelligenza artificiale senza precedenti. Clima e meteo, astrofisica, fluidodinamica computazionale, scienze della vita, chimica quantistica e fisica delle particelle beneficeranno dell’architettura innovativa di Alps.
Oltre alla top 10, il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) ha presentato tre nuovi sistemi nella lista TOP500 grazie all’accordo El Capitan, che prevede supercomputer HPE Cray EX dotati di APU AMD Instinct MI300A: El Capitan con consegna anticipata rispetto al programma previsto al (n. 46), RZAdams al n. 47 e Tuolumne al n. 48 della TOP 500. I ricercatori dell’LLNL stanno eseguendo simulazioni di accensione della fusione su RZAdams nell’ambito di un progetto denominato “ICECap“, in cui vengono utilizzate tecniche di intelligenza artificiale per migliorare le simulazioni multi fisiche di grandi dimensioni. Tuolumne sosterrà progetti non classificati in campi come la scoperta computazionale di farmaci, la bioresilienza, le previsioni climatiche, l’astrofisica e altre applicazioni scientifiche.
Aurora, il secondo supercomputer Exascale, consegnato da HPE
All’ISC High Performance 2024, HPE ha per l’appunto annunciato di aver consegnato il secondo supercomputer exascale al mondo – Aurora – in collaborazione con Intel all’Argonne National Laboratory del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Aurora ha raggiunto 1,012 exaflops sull’87% del sistema, diventando così il secondo supercomputer più veloce al mondo secondo la classifica TOP500 dei supercomputer più potenti. HPE è leader mondiale nel supercomputing e Aurora non è solo il secondo sistema exascale dell’azienda, ma anche il più grande sistema compatibile con l’intelligenza artificiale al mondo, capace di aggiudicarsi il primo posto nell’HPL Mixed Precision (MxP) Benchmark, raggiungendo 10,6 exaflops sull’89% del sistema.
“Siamo onorati di poter celebrare un’altra importante pietra miliare dell’exascale con Aurora, che offre capacità di calcolo massive per conseguire scoperte scientifiche rivoluzionarie e contribuire a risolvere i problemi più complessi del mondo”, ha commentato Trish Damkroger, Senior Vice President e General Manager, HPC & AI Infrastructure Solutions di HPE. “Siamo orgogliosi della stretta collaborazione con il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, l’Argonne National Laboratory e Intel per la realizzazione di un sistema di questa scala e grandezza, che è stato reso possibile grazie alla progettazione innovativa congiunta, ai molteplici team e, soprattutto, al valore condiviso di fornire una tecnologia all’avanguardia per alimentare la scienza e portare benefici all’umanità”.
Un sistema di calcolo exascale può elaborare un quintilione di operazioni al secondo: una potenza di calcolo di questa portata consente di affrontare alcuni dei problemi più complessi per l’umanità. Aurora è costruito con il supercomputer HPE Cray EX, realizzato appositamente per supportare la grandezza e la scala di exascale. Questo sistema è anche la più grande installazione di interconnessione di supercomputing aperta e basata su Ethernet – HPE Slingshot – su un singolo sistema. La rete collega i 75.000 endpoint dei nodi di calcolo e i 2.400 endpoint della rete di storage e di servizio di Aurora, insieme a 5.600 switch, per incrementare le prestazioni; consente di raggiungere prestazioni di workload AI con grande scalabilità attraverso la creazione di reti ad alta velocità che includono i 10.624 blade di calcolo, i 21.248 processori Intel Xeon CPU Max Series e le 63.744 unità Intel Data Center GPU Max di Aurora, rendendolo in tal modo uno dei cluster di GPU più grandi al mondo.
Essendo progettato come sistema compatibile con l’intelligenza artificiale fin dalla sua concezione, Aurora permetterà ai ricercatori di utilizzare modelli generativi di intelligenza artificiale per accelerare le scoperte scientifiche. Tra le prime ricerche basate sull’AI che gli scienziati hanno condotto sul sistema vi sono la mappatura del cervello per comprenderne meglio gli 80 miliardi di neuroni, la fisica delle particelle ad alta energia potenziata da algoritmi e modelli di deep learning e la progettazione e la scoperta di farmaci accelerata dal machine learning, tra le altre.
“Aurora è un supercomputer unico nel suo genere e ci aspettiamo che possa supportare al meglio i ricercatori”, ha commentato Rick Stevens, Direttore Associato e Distinguished Fellow dell’Argonne National Laboratory. “Raggiungere questa pietra miliare con un secondo sistema exascale negli Stati Uniti è un risultato incredibilmente significativo, che farà progredire le iniziative di open science a livello globale”.
Il supercomputer exascale Aurora è il risultato di una importante partnership pubblico-privata tra HPE, Intel, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e l’Argonne National Laboratory, che richiede co-investimenti e co-sviluppo per rendere possibile la progettazione rivoluzionaria necessaria per far progredire la scienza. Le partnership tra il settore pubblico e quello privato sono fondamentali per raggiungere il progresso scientifico, come dimostra il lavoro svolto attraverso l’Aurora Early Science Program. Nell’ambito del processo di ottimizzazione e stress-testing del sistema, i ricercatori hanno già eseguito con successo una vasta gamma di modelli di programmazione, linguaggi e applicazioni sul sistema.
“Il supercomputer Aurora è stato progettato per supportare le comunità scientifiche e di ricerca nell’ambito dell’HPC e dell’AI”, ha commentato Ogi Brkic, Vice Presidente e Direttore Generale di Intel, Data Center AI Solutions. “La nostra collaborazione con l’Argonne National Laboratory e HPE ha portato a promettenti successi scientifici e siamo estremamente curiosi di scoprire cosa accadrà, mentre continuiamo a ottimizzare le prestazioni dei sistemi per far progredire la scienza e accelerare il cammino verso il futuro”.
Aurora ha raggiunto l’exascale su un’esecuzione parziale del sistema, utilizzando 9.234 dei nodi totali. Aurora è un sistema scientifico aperto ospitato presso l’Argonne Leadership Computing Facility (ALCF), una parte della struttura dell’Office of Science del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.
Nuovi sistemi HPE nella top 10 della Green500
Oltre a sviluppare potenti supercomputer exascale, HPE continua ad aiutare i suoi clienti a costruire alcuni dei sistemi più efficienti al mondo dal punto di vista energetico, come dimostrato dai sette supercomputer classificati tra i primi 10 nella Green500.
Il sistema Isambard-AI dell’Università di Bristol è una new entry nella classifica Green500: HPE ha recentemente installato la fase uno di quello che si prospetta essere il supercomputer di intelligenza artificiale più potente del Regno Unito. Costituito da un singolo rack di HPE Cray Supercomputing EX2500 con 168 superchip NVIDIA Grace Hopper, Isambard-AI fase uno è già uno dei supercomputer più efficienti al mondo dal punto di vista energetico, classificandosi al 2° posto della top 10 della Green500. Questo sistema offrirà ai ricercatori una potenza di calcolo rivoluzionaria per effettuare scoperte basate sull’intelligenza artificiale nei settori della robotica, dei big data, della ricerca sul clima e sui farmaci.
Helios, che HPE ha recentemente consegnato all’Academic Computer Centre Cyfronet dell’Università AGH di Cracovia, è stato riconosciuto al terzo posto fra i supercomputer più efficienti dal punto di vista energetico nella ventitreesima edizione della Green500, che prende in analisi i sistemi di tutto il mondo. Basato sulla tecnologia HPE Cray, Helios è il supercomputer più veloce della Polonia. Ulteriori informazioni su Helios, che dispone di processori AMD EPYC di quarta generazione, superchip NVIDIA GH200 Grace Hopper e GPU NVIDIA H100 Tensor Core, sono disponibili sul sito di HPE.
HPE continua a fornire la maggior parte dei 10 supercomputer più efficienti al mondo, tra cui Alps (n. 5), Frontier Test & Development System (n. 7), Venado (n. 8), Adastra (n. 9) e Setonix (n. 10). HPE è leader nel supercalcolo ad alta efficienza energetica e riduce al minimo il consumo di energia grazie all’uso della tecnologia di raffreddamento a liquido diretto.
Garantire progressi nel supercomputing in tutto il mondo, come l’HPC6 di ENI in Italia
Lo scorso aprile HPE si è unita ai rappresentanti di NVIDIA, del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, della National Nuclear Security Administration e del Los Alamos National Laboratory (LANL) per presentare il nuovo supercomputer, Venado. Il sistema, consegnato al LANL a marzo, è il risultato di un processo di co-progettazione che evidenzia l’importanza delle partnership pubblico-privato nel continuare a far progredire le scoperte scientifiche. Venado è un supercomputer HPE Cray EX dotato di superchip NVIDIA GH200 Grace Hopper.
Inoltre, HPE continuerà a collaborare con i clienti che hanno recentemente annunciato nuovi sistemi, tra cui Eni, una delle più grandi aziende energetiche del mondo, e il suo prossimo HPC6 che sarà installato nel Green Data Center di Eni in Italia. L’HPC6 sarà una risorsa fondamentale per affrontare la sfida del raggiungimento del net zero, fornendo una leva tecnologica cruciale per Eni per ottenere vantaggi competitivi nello sviluppo di nuove fonti energetiche.
In Germania, l’Università di Stoccarda costruirà due nuovi supercomputer chiamati Hunter e Herder presso l’High-Performance Computing Center (HLRS). Hunter è destinato a essere un sistema di transizione, mentre Herder è previsto come sistema exascale che espanderà in modo significativo le capacità di HPC della Germania.
ISC 2024 e oltre
L’innovazione del supercomputing – sottolinea HPE – continua ad abbattere le barriere del possibile nella ricerca scientifica e medica, nell’energia da fusione, nelle previsioni climatiche e altro ancora. In occasione dell’ISC 2024, HPE ha celebrato le partnership tra organizzazioni pubbliche e private e la collaborazione tra i leader del settore che portano a risultati rivoluzionari, in grado di trovare soluzioni ad alcune delle più grandi sfide che la società si trova ad affrontare oggi.
La capacità dell’umanità di risolvere le sfide più complesse del mondo – mette in evidenza l’azienda – sarà plasmata dalla ricerca alimentata dal supercomputing e accelerata dalle capacità dell’intelligenza artificiale. ISC24 ha rappresentato l’occasione per celebrare gli straordinari risultati ottenuti dai clienti e dai partner di HPE, che fanno progredire le scoperte scientifiche e l’innovazione, afferma l’azienda.