Vendor e operatori pensano alle potenzialità del 5G ma hanno anche lavorato alla tecnologia “ponte” del 4.5G: una evoluzione di LTE che avrà il doppio ruolo di non far sentire troppo l’attesa e di permettere di confrontarsi subito con la gestione delle reti ad alta velocità e dei relativi servizi. Ce lo ha spiegato Fabio Moresi, Head of Wireless Marketing di Huawei Italia.
In sintesi, quali saranno i punti forti?
Il 5G permetterà di superare una serie di sfide che le tecnologie esistenti non sono in grado di affrontare, principalmente in termini di numero di connessioni, latenza di rete e velocità. Si stima che saranno ben 100 miliardi gli oggetti connessi entro il 2020 e il 4G non potrà soddisfare la domanda creata dall’Internet of Things (IoT). Le reti 5G invece riusciranno a raggiungere oltre 100 miliardi di nodi intelligenti collegando così tutti gli oggetti del nostro quotidiano e rivelandosi anche molto utile in molteplici applicazioni di tipo industriale.
Inoltre la bassa latenza di una rete 5G, che si ridurrà fino a 1 millisecondo e dunque decine di volte migliore rispetto a quella di una rete 4G, permetterà una maggiore sicurezza in svariati ambiti: dalle auto a guida autonoma alla chirurgia da remoto. Infine, grazie al 5G i consumatori potranno godere di una velocità senza precedenti, anche decine di Gbps, e fruire ad esempio di contenuti video in 4K scaricando un intero film in pochi secondi.
Che evoluzioni vedremo prima del 5G vero e proprio?
Prima che il 5G diventi una realtà commerciale, nel 2020, si passerà attraverso una nuova evoluzione dello standard LTE. Le reti intermedie 4.5G – ce ne sono già 68 attive nel mondo – potranno già rispondere alle esigenze dettate dal graduale ingresso nel nostro quotidiano di realtà virtuale, droni e applicazioni IoT: ad esempio, smart metering, smart parking, smart tracking. Il 4.5G rappresenta dunque un potenziamento necessario delle reti mobili in termini di capacità, numero di connessioni e latenza per implementare tali applicazioni supportando fino a 1 Gbps di larghezza di banda su network mobile, fino a centomila connessioni per cella via NB-IoT e permettendo una latenza end-to-end dell’ordine di qualche decina di millesecondi. In questo senso le reti 4G evolveranno per ridurre il divario prestazionale con le future reti adottando, dove possibile, le tecnologie in studio.
Da un punto di vista tecnico-infrastrutturale le reti mobili 5G subiranno una trasformazione verso un approccio cloud. Infatti solo separando le funzionalità software e le piattaforme hardware si potrà garantire alle rete la capacità di adattarsi a molteplici servizi e tipologie di traffico. Si pensi a un sito che copre un tratto autostradale che andrebbe ingegnerizzato per garantire i requisiti necessari per l’operatività di mezzi a guida-autonoma (bassissima latenza e alta affidabilità), in caso di congestione stradale però quello stesso sito dovrebbe supportare altre tipologie di applicazioni, che possono richiedere alti throughput, ad esempio un servizio di telepresenza in mobilità per consentire la partecipazione a una riunione in modo virtuale.
La possibilità di adattarsi e definire servizi E2E sarà un’altra caratteristica del 5G e tecnicamente si chiama ‘network slicing’. Anche in questo caso le reti esistenti, soprattutto quella 4G, si stanno già trasformando per anticipare alcuni di questi concetti prima del 2020.
Quale sarà l’impatto del 5G sulle infrastrutture di rete aziendale?
Le reti 5G porteranno alla proliferazione di datacenter piccoli, medi e grandi, dotati di una enorme capacità elaborativa complessiva. Tale capacità porterà i servizi ad essere sempre di più centralizzati nel cloud. Questo processo è già in corso, ma con l’avvento del 5G subirà un’ulteriore accelerazione. Le informazioni non risiederanno più in locale ma verranno salvate e processate in uno o più datacenter a migliaia di chilometri dai nostri dispositivi.
Di conseguenza risulterà fondamentale essere costantemente sotto copertura mobile (5G, ma anche 4G o WiFi) in modo da poter ricevere i risultati delle varie elaborazioni richieste. Allo stesso tempo i dispositivi potranno essere più semplici, al limite solo dei display con ridotte capacità elaborative, ma le connessioni dovranno essere più sicure e veloci. Questi concetti si applicheranno agli aspetti sociali degli individui ma anche a quelli aziendali.
Quanto peserà il problema dell’aggiornamento dei dispositivi?
Come tutte le precedenti generazioni mobili, il 5G richiederà l’introduzione di nuovi dispositivi: alcuni di questi saranno multi-banda e multi-tecnologia come i nostri smartphone e tablet, altri saranno solo 5G e monobanda per essere più economici e integrabili con altri dispositivi. Probabilmente rispetto alle precedenti generazioni la varietà di dispositivi sarà maggiore poiché gli utenti finali non saranno solo persone ma anche oggetti: da semplici modem a complessi moduli per auto, droni e robot.
In ogni caso questa rivoluzione non avverrà certo in un giorno: all’inizio ci saranno nuove generazioni di smartphone a integrare la tecnologia 5G in aggiunta alle esistenti 3G e 4G, in modo da migliorare la user experience dell’utente (throughput di qualche Gbps). A questi si affiancheranno dispositivi per specifiche applicazioni industriali, ad esempio i robot di un moderno impianto produttivo.
Che sviluppi state portando avanti in questa fase?
Nel corso degli ultimi anni Huawei ha costantemente innovato e investito nella ricerca 5G avviata già nel 2009. Entro il 2018 si prevede che gli investimenti ammonteranno a 600 milioni di dollari in ricerca e innovazione sul 5G, nella tecnologia air-interface, l’architettura delle base station, architettura di rete e ingegneria ICT.
Recentemente Huawei ha stretto partnership con importanti operatori – tra cui China Mobile, Vodafone e NTT DoCoMo – e ha effettuato con successo test sul campo sulla rete 4.5G. In particolare in Europa, la scorsa estate Vodafone UK e Huawei hanno condotto test tecnici basati su una nuova tecnologia mobile 4.5G (TDD+) con LTE TDD, al fine di aumentare significativamente la capacità e l’efficienza della rete 4G nelle aree urbane e di gettare le basi per l’introduzione del 5G entro il 2020. Queste soluzioni supporteranno la rapida crescita di applicazioni video e realtà virtuale per smartphone di ultima generazione. Deutsche Telekom e Huawei hanno reso il trasferimento di dati mobili sulla rete LTE di Berlino più veloce di oltre 1.2 gigabit al secondo (Gbps). Già nel dicembre 2015, TeliaSonera Norvegia e Huawei avevano presentato a Oslo la prima rete 4.5 al mondo, sviluppata su un’infrastruttura commerciale. Da settembre 2016, Huawei è inoltre membro fondatore della “5G Automotive Association”.