Il 36% dei CIO italiani, si legge nel rapporto, vive come più stringenti e di fatto più importanti le normative emesse dall’Unione Europea rispetto a quelle del Bel Paese. I risultati in un’indagine condotta da Forrester Consulting per conto di Colt Technology Services.
Tra Italia ed Europa, vince l’Europa.
Almeno così sembrerebbe analizzando i risultati di una indagine condotta da Forrester Consulting e promossa da Colt Technology Services su un panel di CIO di otto Paesi europei, Italia inclusa.
Il 36% dei CIO italiani, si legge nel rapporto, vive come più stringenti e di fatto più importanti le normative emesse dall’Unione Europea, tra le quali la Data Protection Directive (Direttiva 95/46/EC sulla protezione degli individui riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali) rispetto a quelle italiane.
Un sentimento europeista che i CIO nostrani condividono con i loro colleghi, visto che a livello complessivo la percentuale di coloro che danno maggiore rilievo alle norme europee si attesta in ogni caso al 30%.
Questi dati vanno comunque relativizzati.
Così, se è importante che il numero di CIO europeisti sia significativo, lo è forse ancor di più il fatto che, nell’insieme, l’85% dei CIO consideri la compliance normativa parte fondamentale della loro strategia ICT.
Tuttavia la cesura, come spesso accade, è tra le intenzioni e la realtà.
I CIO dichiarano di conoscere la normativa (88%), ma poi quando arriva il momento di adeguarvisi, l’86% dei rispondenti si avvale del lavoro di un team legale competente, in grado di gestire tutti gli adepimenti a loro carico: in gioco c’è la reputation aziendale, che potrebbe risultare fortemente danneggiata dalla perdita o dala gestione non corretta dei dati dei clienti.
Questa attenzione diventa ancora più cruciale quando un’azienda sceglie, cosa che accade sempre più di frequente, di operare in mercati geografici adiacenti e dunque con un respiro internazionale: è qui che entra in gioco l’adesione alle norme europee.
Per i CIO è fondamentale decidere con consapevolezza dove mantenere volumi di dati crescenti su clienti e dipendenti. E spesso la scelta ricade proprio su quel fornitore di servizi che garantisce la permanenza dei dati nel loro stesso Paese.