La regolazione dei rapporti commerciali tra consumatori, fornitori e Autorità devono fare i conti con uno scenario in continua evoluzione, sulla spinta della rete. Fatturazione 2.0 e risoluzione alternativa delle controversie, comunicazioni Machine to Machine e Big Data: a questi argomenti è dedicata la nuova edizione dell’Osservatorio ‘Consumatori in Rete’ presentato da I-Com, l’Istituto per la Competitività, insieme a Giuseppe Busia (Garante Privacy) e Gabriella Muscolo (Antitrust).
Il policy paper realizzato per l’occasione dagli analisti I-Com (scaricabile da qui) raccoglie dati e analisi maturate dal percorso di confronto durato quattro mesi con authority, associazioni dei consumatori e imprese partner: Acea, Anogas, Enel, Nexive, Sky Italia, Telecom Italia, Utilitalia e Vodafone Italia.
Ecco la Bolletta 2.0
“Il nostro Paese sta progressivamente introducendo sistemi di Alternative Dispute Regolation”, ha detto Stefano da Empoli, presidente I-Com, “che riducono tempi e costi di risoluzione delle controversie tra consumatori e imprese, rispetto al ricorso ad organismi giurisdizionali”.
Si tratta di strumenti di grande successo, come confermano i dati dell’Osservatorio (relativi al 2014). Il settore delle Tlc ha espresso il maggior numero di domande di conciliazione paritetica (65%), seguito a grande distanza dai comparti energetico (16%) e idrico (9%). Il 90% delle procedure si è concluso con una conciliazione.
Particolarmente interessante l’iter che ha condotto l’Aeegsi alla delibera 501/2014/R/eel con i nuovi criteri di trasparenza (obbligatori a partire da gennaio 2016) previsti nella Bolletta 2.0, obbligatori per i clienti del servizio elettrico, del servizio gas naturale domestico ed altri usi.
Più complessa la questione delle Tlc, le cui ondate di diversi device rendono spesso difficile la comprensione delle tariffe: questa situazione cozza con quella dell’audiovisivo a pagamento, dove non sussistono obblighi di trasparenza specifici in materia di fatturazione. Anche AgCom ha inaugurato la regolamentazione della bolletta 2.0 (delibera 23/15/CONS).
Internet of Things e Big Data
M2M e IoT sono parte del più ampio dibattito sullo sviluppo dell’economia digitale. Per l’Italia si stima che il solo mercato IoT possa aumentare dai 32 miliardi di euro del 2014 a circa 98 miliardi nel 2020. Il principale driver di questa crescita è da ricondursi all’incremento della connettività nei beni di consumo, quali Tv, frigoriferi ed altri dispositivi domestici.
L’ampiezza dello spettro degli ambiti applicativi di queste soluzioni è proporzionale alla complessità del tema sul piano della regolazione: dalla privacy alla sicurezza, dall’assegnazione dello spettro radio alla condivisione dei dati.
Grandi aspettative su scala internazionale anche per il mercato Big Data. Secondo I-Com toccherà gli 85 miliardi di dollari nel 2026, con una crescita annua del 17% dal 2014. Nelle Tlc, in particolare, già nel 2020 raggiungerà i 10 miliardi, al 45% in Nord America. Sono ancora indietro energia e trasporti: solo il 3% e l’1% delle aziende sono in grado di far uso di dati a strutturazione bassa o nulla.
In questi ambiti è opportuno proporre nuove policy. I-Com suggerisce individuazione e attribuzione di responsabilità ai diversi soggetti della filiera e strategie di gestione dei dati basate sugli approcci privacy by design e data protection by design.