I finti virus

Spesso capita di ricevere per posta elettronica messaggi circolari, inviati in buona fede come in una catena di Sant’Antonio da una persona agli amici e ai colleghi, che segnalano l’esistenza di un certo virus che arriva per posta elettronica e che ha …

Spesso capita di ricevere per posta elettronica messaggi circolari,
inviati in buona fede come in una catena di Sant’Antonio da una persona agli
amici e ai colleghi, che segnalano l’esistenza di un certo virus che arriva
per posta elettronica e che ha effetti deleteri. In genere, si viene avvertiti
che solo leggendo un messaggio con un’intestazione specifica, si possono causare
danni gravi al proprio sistema.
Nella pressoché totalità dei casi si tratta
di informazioni non veritiere che si riferiscono a virus
inesistenti. Siccome queste comunicazioni avvengopno con una gerande
frequenza è stato coniato per raggruppare i falsi virus. Tale
termine è hoax, che in inglese significa fasullo o, potremmo
dire, bufala.
I finti virus sono piuttosto diffusi: punto in comune di
queste false segnalazioni, conosciute a decine, è che per dare credibilità
vengono citate importanti società (come Microsoft, Ibm e altre) che avrebbero
segnalato il problema.
Come detto, di regola i virus segnalati in questi
messaggi non esistono. E la cosa risulta ben presto evidente se legge con
attenzione il contenuto del messaggio.
Innanzitutto, usando le versioni
aggiornate dei programmi di posta elettronica, nessun virus può entrare in
funzione soltanto leggendo un’e-mail o vedendone l’anteprima: bisogna sempre
eseguire o caricare un file allegato, sia che si tratti di un programma sia
di  un documento con macrodefinizioni (che vanno però eseguite per
provocare la reoplicazione del virus).
Inoltre, le aziende citate da
questi messaggi circolari non segnalano di regola mai virus (questo è un compito
esclusivo delle società che producono antivirus): un rapido controllo sui loro
siti può dimostrarlo.
La cosa migliore quando si riceve uno di questi
messaggi, anche se proveniente da qualche società importante (ma non
specializzata in sicurezza e virus) è dunque diffidare subito e verificare sul
sito di un produttore di antivirus se nella sezione virus hoax è conosciuto il
nome segnalato dal messaggio. Per esempio, i più frequenti sono Penpal
Writer
, Budweiser, I’m Your Shadow. Con tutta probabilità
il messaggio sarà identificato proprio come virus hoax eda questo punto potremmo
segnalare ai nostri amici di essere stati vittima di uno scherzo e di non
diffondere più quel messaggio, che causerebbe preoccupazioni immotivate.
In
effetti, un virus hoax è alimentato dalla buona fede e dalla inesperienza di chi
riceve il messaggio, che proprio per questi motivi causa la diffusione di una
preoccupazione immotivata tra tutti i colleghi e gli amici che ricevono il
messaggio.
Il virus è, di fatto, la catena di Sant’Antonio che si alimenta
giocando sull’inesperienza e sulla buona fede di chi riceve la segnalazione. Per
combatterle un hoax, dunque, bisogna non farlo circolare, anzi segnalare a chi
ce l’ha mandato che è uno scherzo, magari riportando il link alla pagina di
qualche produttore di antivirus che lo cataloga come hoax.

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