Sul mercato stanno arrivando diversi portatili con a bordo lo stesso chip presente nei computer da tavolo, perché molto più economico del Pentium III-M. Ma Intel è assolutamente contraria a questa tendenza
Nell’attesa del rilascio ufficiale del Pentium 4 Mobile, in programma per il
prossimo 4 marzo, alcuni importanti costruttori (tra cui Compaq e Toshiba)
hanno pensato, o stanno pensando, di dotare alcuni dei propri notebook del
medesimo Pentium 4 indirizzato ai pc desktop. Lo scopo è quello di fornire un
portatile con prestazioni simili a quelle di un computer da tavolo e con prezzo
contenuto.
In effetti, quella di dotare i notebook dei medesimi processori dei desktop
non è poi una grande novità. Sono infatti diversi i costruttori meno blasonati
che già da tempo propongono macchine di questo tipo. Tuttavia, gli ultimi
modelli di Pentium 4 per costo (l’1,8 GHz costa 300 dollari meno di un Pentium
III-M a 1,2 GHz) e consumo energetico sembrano risultare molto competitivi.
D’altra parte, i costruttori di notebook non sembrano individuare un eccessivo
gap tra l’energia consumata da Pentium 4 Mobile e da un equivalente chip per
desktop.
Sia come sia, questa nuova tendenza potrebbe essere presa come la vera prima
mossa verso il famoso desktop replacement: si acquista una macchina che ha le
medesime potenzialità di un computer da tavolo ma che in più, grazie a un peso
sui 3,5 Kg, offre la comodità della trasportabilità.
Riguardo la convenienza si può fare un esempio pratico guardano il listino
Monolith: il Geo Prodigy 850 che monta un Pentium 4 a 1,7 GHz, costa 2.599 euro
mentre il Geo Prodigy 840 con la medesima configurazione (256 MB di Ram, schermo
da 14,1″, hard disk da 30 GB, combo drive Cd-Rw/Dvd, modem 56K e interfaccia di
rete) ma un Pentium III-M a 1 GHz costa 2.339 euro.
Però Intel non approva affatto questo trend. Infatti, ne prende le distanze e
continua a ricordare che i chip mobile nascono con caratteristiche specifiche
per il mercato dei notebook, ossia consentono un consumo ottimale dell’energia
erogata dalla batteria senza per questo inficiare le prestazioni del portatile.
Inoltre, precisa ancora Intel, usare un processori per un desktop in un notebook
potrebbe causare un eccessivo surriscaldamento che, a lungo andare, potrebbe
comportare problemi ai componenti montati nei pressi della Cpu.
La posizione di Intel è chiara. Ma d’altra parte non potrebbe essere
altrimenti, visto che è da tempo che dice che questo sarà l’anno in cui le
vendite dei chip mobile eguaglieranno i desktop ma ancora oggi l’85% del suo
fatturato deriva dai processori per desktop e solo il 15% da quelli
mobile.