I produttori riflettono sulla direttiva

Per ora stanno studiando la legge e cercando di definire le modalità di attuazione per la gestione dei Raee. La parola ai diretti interessati

Come ogni norma che sta per entrare in vigore anche la nuova direttiva europea
sulla gestione dei rifiuti (2002/96/Ce) lascia spazio a interpretazioni, dubbi,
perplessità, preoccupazioni. Abbiamo, dunque, voluto sentire alcuni produttori
di marchi ben noti (Ibm, Philips, Epson e Hp) per capire come stanno lavorando
per recepire la detta normativa.
Tutti d’accordo nel considerare che la direttiva è un punto di partenza
importante, chiara, puntuale, ampia. In Italia già dal ’97 con il decreto
Ronchi si era tentato di regolare la materia e di definire degli accordi di
programma che tuttavia non sono mai stai portati a termine. è bene chiarire
che la normativa europea è nata di fatto pensando al consumer, per evitare,
cioè, che le macchine a fine vita finissero nelle discariche abusive.
Con l’aumentare in termini di quantità di tali materiali si è
reso necessario introdurre delle regole e la direttiva si è spinta oltre,
coinvolgendo anche il settore professionale.


Il senso ultimo della direttiva lo spiega Maurizio Pio (1),
environment & public affairs manager di Hp: «La direttiva è
finalizzata alla salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente,
riducendo lo spreco di risorse ambientali e prevenendo l’inquinamento. Conseguentemente
non dovrebbe diventare un business per i produttori né per il loro canale,
ma coprire i costi relativi all’intero processo e divenire un eventuale elemento
di competitività per le aziende che meglio si organizzeranno a tal fine»
.
La direttiva distingue tra i prodotti domestici e professionali e tra prodotti
"storici" (immessi sul mercato prima del 13 agosto 2005) e nuovi (dopo
il 13 agosto 2005).
«Per quanto riguarda i rifiuti domestici – continua Pio – è
previsto che il produttore sia finanziariamente responsabile per la gestione
dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) a partire
dai centri di raccolta, che dovranno essere predisposti dalle amministrazioni
comunali, fino al loro trattamento finale. Per prodotti immessi sul mercato
dopo il 13 agosto 2005 il produttore dovrà offrire opportune garanzie
in ordine al futuro smaltimento di tale prodotto. In relazione ai rifiuti storici
invece, i produttori saranno responsabili in ordine a tutti i rifiuti che verranno
raccolti e saranno quindi smaltiti, in base alla propria quota di mercato»
.

In questo caso, cioè, la responsabilità della gestione dei Raee
è condivisa da parte di tutti i produttori e per questo sarà necessario
consorziarsi. Non è possibile, cioè, una posizione individuale
dell’azienda per quanto concerne lo storico.


Spiega Roberto Vertemati (2), environmental program manager
Ibm Italia: «Poiché ciascun produttore dovrà pagare per
il ritiro delle macchine sulla base della market share del venduto attuale,
verranno costituiti uno o più consorzi che si occuperanno di conteggiare
le macchine ricevute, di qualunque marca, per poi suddividere la spesa relativa
alla gestione del fine vita, sulla base della market share dei produttori presenti
in quel momento sul mercato». In questo modo si risolve fondamentalmente
il problema delle macchine orfane, ovvero di quelle apparecchiature i cui produttori
non esistono più sul mercato, mentre si apre un’altra serie di problematiche,
quali la determinazione della market share. «È infatti presumibile
– specifica Vertemati – che si istituisca un organismo nazionale che gestirà
un registro al quale tutti i produttori dovranno iscriversi e che deciderà
la quota di mercato dei vendor, in collaborazione con i dati analizzati da società
di ricerca, per esempio»
.


Già da questo si capisce che le problematiche pratiche sono molteplici.
Attualmente esiste un comitato tecnico che si sta impegnando proprio per chiarire
gli aspetti più controversi. Come quello della definizione di produttore,
evidenziata dai nostri interlocutori. «A mio avviso – parla Luca
Cassani (3)
, quality specialist di Epson – non è chiara
la definizione di produttore, così come non si capisce quali siano le
caratteristiche del marchio che andrà apposto sulle macchine nuove, o
quali le garanzie finanziarie che i produttori dovranno fornire»
.

Soffermiamoci sulla questione della definizione di produttore, che pare fondamentale.
Sulle macchine vendute dopo l’agosto del 2005, infatti, i produttori, a differenza
dello storico, avranno una responsabilità individuale e pagheranno per
il ritiro di tutte le macchine immesse sul mercato. Occorre tuttavia considerare
che «il produttore non è sempre il proprietario del brand,
ma l’entità che rivende la macchina sul mercato a proprio nome (gli importatori
diretti, per esempio, o chi vende tramite Internet)»
precisa Vertemati.
Il responsabile del ritiro, semplificando, è chi ha messo il logo sulla
macchina immessa sul mercato. E ciò vale anche in ambito professionale.
Spiega Pio di Hp: «Per i rifiuti professionali, il produttore sarà
responsabile finanziariamente in ordine alla raccolta, al trattamento e allo
smaltimento dei rifiuti futuri, mentre per i rifiuti storici professionali sarà
responsabile contestualmente alla vendita di un nuovo prodotto, nella ragione
di uno contro uno. Se dovessero esserci rifiuti in eccedenza, a essere responsabile
sarà il detentore del rifiuto»
.


Precisiamo che le aziende che hanno risposto alle nostre domande fanno tutte
parte dell’associazione Anie, che sta attivamente collaborando con il ministero
dell’Ambiente. «Con Anie e con altri produttori stiamo cercando di
definire le modalità con cui assolveremo le nostre responsabilità»

spiega Roberto Lisot (4), internal and external affair manager
di Philips, che esprime comunque fiducia sull’attuazione di questa direttiva.
E aggiunge: «Siamo prossimi all’avvio di un nuovo business, quello
dello smaltimento che per noi è una novità».
«Come Ibm
– riprende ancora Vertemati – consideriamo questa attività
un elemento di differenziazione rispetto alla concorrenza. Abbiamo una struttura
a livello Emea che ritira l’usato e lo spedisce a due centri in Europa di nostra
proprietà»
.
Quanto ad Hp, insieme a Sony, Electrolux e Gillette ha creato una piattaforma
europea per il ritiro e trattamento dei Raee, l’European recycling platform,
che sta lavorando con ciascuno Stato membro per la creazione di un sistema nazionale
di raccolta/trattamento dei rifiuti aperto a tutti i produttori.
Epson, infine, partecipa a gruppi di lavoro creati in Anie e con il consorzio
Ecoqual’It con i quali sta monitorando il recepimento della direttiva,
studiando la quantità di rifiuti che si troverà a gestire, nonché
i flussi economici e di informazioni.

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