I tablet piacciono alle aziende italiane

La School of Management del Politecnico di Milano ha intervistato 230 CIO di medie e grandi aziende italiane per scoprire che quasi 6 su 10 hanno già introdotto i tablet in azienda. Si tratta di una dotazione per la maggior parte riservata ai C-level.

È una esperienza positiva quella che i CIO delle aziende italiane raccontano in merito all’adozione dei tablet in azienda.
È questo il primo risultato che emerge da una indagine condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano, per la quale sono stati intervistati 230 CIO di medie e grandi aziende italiane e che si è proposta di analizzare sia i livelli di adozione nelle aziende, sia le dinamiche in atto sul fronte delle business application per le nuove piattaforme mobile.

Dal punto di vista dell’adozione, i dati sono confortanti: non solo si parla di un 56% di CIO che ha già introdotto i nuovi tablet in azienda, ma anche una grande maggioranza di coloro che ancora non l’hanno fatto pronti al salto nel breve o nel medio termine.
Gli unici restii sembrerebbero i CIO privi di condizioni oggettive a supporto: chi non ha personale in mobilità o chi ha esigenze di business troppo specifiche per essere supportate da questi strumenti.
Il primo impatto è comunque positivo: piena soddisfazione viene espressa dal 66% di coloro che hanno già deployment in atto, mentre una media soddisfazione viene espressa da un ulteriore 31% di interpellati.
Rispetto allo scorso anno, quando la stessa analisi aveva comunque già riscontrato livelli di interesse piuttosto interessanti, la dinamica che più caratterizza il 2012 sembra essere l’accelerazione, ovvero l’accorciamento del lasso temporale che intercorre tra l’espressione dell’interesse e il suo soddisfacimento.

Al momento i tablet sono ancora “cosa” da C-Livel, tanto che nel 65% dei casi sono proprio i dirigenti i destinatari dei tablet acquistati o di prossimo acquisto.
In questo caso, è curioso notare che la quasi totalità dei manager che lo scorso anno si era dichiarato non interessato al tablet abbia cambiato idea negli ultimi dodici mesi.
In prospettiva, tuttavia, l’accelerazione maggiore nei tassi di adozione si registrerà sul personale di vendita, seguito dai manutentori: se attualmente solo il 13% è già in possesso di un tablet, in futuro la dotazione interesserà 4 manutentori su 10.

Resta da capire, a questo punto, in quale modalità sta procedendo il percorso di adozione: i tablet semplicemente si aggiungono alla dotazione esistente o sostituiscono altri dispositivi? E in questo secondo caso, quale alternativa rappresenterebbero?

Nel caso dei manager tendenzialmente si parla di affiancamento alla dotazione attuale: in rarissimi casi il tablet andrà a sostituire uno smartphone (6%), mentre sarà più nutrita la schiera di coloro che si muoveranno dotati di tablet, invece che di notebook: la percentuale in questo caso sale al 23%.

L’alternativa al notebook è più marcata invece sia per il personale di vendita (40%), sia per i manutentori.

Le tendenze in atto rappresentano, emerge chiaramente dalla ricerca, una sfida per i CIO, che devono poter gestire sia le tematiche di sicurezza, sia l’integrazione con le applicazioni di business, sia ancora la coesistenza di applicazioni e dati personali e professionali sullo stesso dispositivo.
Per questo motivo, il 42% dei CIO interpellati sostiene di aver trovato nelle soluzioni web based e cloud la chiave primaria per risolvere le problematiche di sicurezza: si evita di portare in locale i dati sensibili e si può intervenire con azioni di Wiping da remoto in caso di furto o smarrimento.
Per il 20% dei CIO, inoltre, le logiche Sandbox, che incapsulano i dati in blocchi cifrati, sono un altro possibile approccio.

Un ulteriore elemento che i CIO non devono trascurare è la scelta del sistema operativo, soprattutto laddove si consenta, o si consentirà in futuro, ai propri dipendenti di utilizzare in azienda il loro strumento personale. Un’ipotesi, quella del BYOD che, seppure in voga, al momento ha convinto solo il 20% dei CIO .
Al momento, l’orientamento dei CIO non è dissimile dall’orientamento del mercato: così, tra i quattro sistemi disponibili, iOs, Android, Qnx e Windows, iOs e Android fanno la parte del leone, per altro anche in un quadro di possibili scelte multiple all’interno della stessa realtà aziendale.

Così, risolti per lo meno i quesiti di base, non resta che arrivare al vero punto cruciale: le applicazioni per il business.
Appare evidente che una serie di considerazioni di sicurezza, policy, compliance rendano poco auspicabile il ricorso ai cosiddetti Consumer Application Store, vale a dire agli store delle singole piattaforme, tant’è che solo il 15% dei CIO guarda in questa direzione.
Più opportuno sembra il ricorso ai Business Application Store dei Provider, nei quali sono raccolte applicazioni di business sia standard sia customizzate, anche se la scelta ottimale è rappresentata dai Private Enterprise Application Store, ai quali intende far ricorso il 56% dei CIO, ovvero piattaforme private, rivolte a diverse famiglie di specifici utenti, spesso in grado di interfacciarsi con sistemi operativi diversi e dotate di soluzioni di Device Management, attraverso le quali monitorare sicurezza, provisioning, profilazioni ed eventi.

Nell’ambito degli Store Enterprise, il numero delle Apps presenti è comunque limitato: si parla di un numero compreso tra cinque e dieci applicazioni, soprattutto se sviluppate ad hoc, mentre il numero potrebbe crescere nel caso in cui si adottino soluzioni standard per ciascuna specifica piattaforma.
In questo caso, il timore è che con il proliferare di dispositivi disomogenei, anche una eccessiva eterogeneità delle applicazioni, soprattutto se tagliate su misura per singoli gruppi di utenti o per dipartimenti, introduca elementi di complessità non gestibile per i CIO, che dunque optano per la standardizzazione.

L’ultimo aspetto analizzato dalla ricerca è il ROI e l’effettivo impatto sul business.
Evidenti sono l’aumento di produttività delle risorse e della qualità dei processi, mentre si sottolineano anche benefici ricollegabili a un aumento della quantità, qualità e tempestività dei dati disponibili per il management.
A livello di organizzazione del lavoro, trattandosi di dispositivi per loro natura sempre connessi, si passa da attività di business svolte in modalità batch, vale a dire al rientro in ufficio, al vero e proprio real time, con tutte ciò che ne consegue, anche in termini di dematerializzazione.

Per i CIO, inoltre, si evidenzia una maggiore velocità, grazie in questo caso agli store applicativi, nel roll out dei progetti mobile, con una migliore governance sia dei processi sia delle applicazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome