I tanti ritmi di Firefox

Usa, Germania, Giappone: l’adozione del browser aperto a tassi diversi in base alle geografie.

Sempre accesi i riflettori sul fenomeno Firefox, sotto strettissimo monitoraggio da parte delle società di analisi e ricerca, pronte a cogliere qualsiasi minimo scostamento dalle curve di crescita.
Al di là delle cifre percentuali, interessanti, certo, ma in fondo ancora in linea con il primo grosso risultato di qualche mese fa, quando per la prima volta la crescita di Firefox portò Internet Explorer al di sotto della soglia critica del 90% di market share, oggi è interessante vedere come l’adozione del browser di Mozilla Foundation differisca in base alle geografie.
Negli Stati Uniti, gli ultimi dati rilasciati da WebSideStory parlano di una share vicina al 7%, con una crescita di circa un punto percentuale rispetto ai rilevamenti di febbraio.
Parallelamente, sempre limitatamente al mercato Usa, Internet Explorer è passato all’88,8%, in calo dello stesso punto guadagnato dal rivale.
E se qualcuno storce un po’ il naso, sottolineando come il passo di Firefox stia rallentando, mantenendosi al di sotto del mezzo punto percentuale al mese di qualche tempo fa, la società di analisi precisa invece che si tratta di un ritmo di crescita stabile e proprio per questo interessante.
Un caso a sé è invece la Germania, dove il 22,6% degli utenti Internet ha scelto Firefox, lasciando Internet Explorer sotto il 70%.
Sono cifre che di fatto confermano il diverso atteggiamento del Paese rispetto all’open source.
E la municipalità di Monaco né di certo l’esempio più eclatante.
Indifferente è invece il Giappone.
Qui la sirena Firefox ha incantato solo il 2,8% degli utenti, lasciando il 93,9% ancora su Internet Explorer.

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