Un’indagine condotta da Radicati Group sottolinea come la diffusione dei servizi Web interessi ormai l’intero Globo. Metà delle implementazioni riguarda gli Usa ma l’Europa cresce in fretta.
29 settembre 2004
Anche i Web service rispondono ai dettami della globalizzazione, secondo l’analisi condotta da Radicati Group e sintetizzata all’interno del report “Web services market 2004-2008”. L’indagine ha coinvolto 10 dei principali vendor e un campione dei loro clienti.
L’analista sottolinea come la diffusione dei servizi Web stia coinvolgendo l’intero Globo, ripartendosi più o meno a metà tra Stati Uniti (che detengono il 52% delle implementazioni) e resto del mondo (con il rimanente 48%).
All’Europa spetterebbe il 39% del totale di implementazioni avvenute quest’anno, seguita dall’area Asia-Pacifico con il 6%. Quello che fa notare Radicati, con una certa sorpresa, è che nel Vecchio Continente e in Asia la diffusione stia avvenendo molto rapidamente.
Un’ulteriore indagine di Yankee Group aggiunge che l’adozione dei Web service si sta estendendo al comparto del mid-market, dopo una prima ondata che ha riguardato più che altro le grandi aziende: delle realtà interpellate con un numero di dimendenti compreso tra mille e duemila, il 59% ha dichiarato le proprie intenzioni di adozione nei prossimi 12 mesi.
Anche le previsioni finanziarie di Radicati rispecchiano la crescente popolarità della tecnologia. L’analista si aspetta che le entrate relative al settore raggiungano i 6,2 miliardi di dollari nel 2008, rispettto ai 950 milioni generati quest’anno. Il mercato preso come riferimento comprende i tool software e tutti i prodotti correlati con la gestione, l’integrazione e la sicurezza.
Grande impulso all’adozione dei servizi Web è arrivato dal supporto garantito dai principali produttori di software “infrastrutturale” (come Ibm, Microsoft, Sun e Bea), che hanno anche fornito un importante contributo alla definizione e al rispetto degli standard.
Tuttavia, esiste ancora un freno a tanto entusiasmo: le implicazioni legate alla sicurezza. Radicati ha notato che la maggior parte delle informazioni scambiate tramite Web service tra le aziende, o tra dipartimenti aziendali, concerne dati non critici. Le banche, sostanzialmente, non sono inclini a veicolare con tale tecnologia dati finanziari.