Iab: l’adv digitale in Italia supera il miliardo di euro

Il mercato dell’advertising digitale cresce del 15,5% sul 2010 e rappresenta una quota del 14% degli investimenti pubblicitari del nostro Paese con un progresso di 10 punti in 5 anni. Cresce anche l’utenza pubblicitaria con oltre 3600 imprese attive

La
crescita del mercato dell’advertising digitale rappresenta una tale realtà per
il nostro paese che si può iniziare a parlare di normalità anche per Internet. Parte anche da questa considerazione la scelta di affidare al concetto di “New Normal
Age” il filo conduttore dello Iab Forum 2011, con l’intenzione anche di dare una testimonianza del passaggio del web dalla fase della novità a quella della
normalità.

Salvatore Ippolito, Presidente Vicario Iab Italia ci tiene subito a marcare il punto sottolineando come Internet abbia
contribuito a cambiare la nostra vita, come ci abbia permesso di diventare
persone diverse e nello stesso come abbia contribuito alla creazione di un
nuovo straordinario mercato, che in una fase difficile come questa presenta
tassi di crescita del 15% sull’anno precedente. E tutto questo, effettivamente, ha poco a che vedere con la “normalità”.

Se arriva un ordine da 3
milioni di Euro
– scherza Ippolito – superiamo l’Olanda nella graduatoria dei
maggiori mercati dell’adv digitale in Europa
. Concretamente l’Italia
è al quarto posto dopo Uk, Germania, Francia e appunto Olanda e ha superato la
soglia del miliardo di euro di giro d’affari. Lo ha fatto con una crescita del
15,5% costituita in gran parte da display, da e-mail e da search e da una parte
ancora molto minoritaria di classified e mobile
”.

Le previsioni per il 2011
confermano poi questa tendenza e proiettano il mercato dell’Adv online a un valore
superiore a 1,2 miliardi di Euro con una crescita del 15% e con la display che
cresce del 16%, la search del 18% e la parte directory del 10%. Il tutto, come
sottolinea Ippolito con un effetto in controtendenza rispetto al mercato pubblicitario
generale che secondo le stime di Nielsen dovrebbe mettere a consuntivo 2011 una
contrazione del 3%.

Il tema della normalità è richiamato per ristabilire una giusta
proporzione tra il valore che il digitale ha assunto nella nostra vita e nelle nostre
professioni e il valore dell’Adv digitale sulla torta complessiva del mercato
pubblicitario.

Il digitale nel 2006 valeva il 4% – osserva Ippolito – nel 2010
rappresentava l’11% ma le evidenze del 2011 lo proiettano già al 14%. La
crescita di 10 punti in 5 anni rappresenta un progresso certamente molto importante, ma non
riflette ancora il ruolo e l’importanza che il mondo digitale ha assunto nella
dimensione sociale e professionale nel nostro Paese
”. Anche per questo le aspettative dello Iab
sono di arrivare “presto” ad avere una quota dell’adv digitale pari al 20% degli investimenti
complessivi.

Un altro dato incoraggiante
che sta alla base di questo trend riguarda il numero degli utenti pubblicitari,
ovvero delle imprese che utilizzano l’advertising digitale in modo
significativo. “Nel 2005 le aziende che pianificavano web erano 1.744 – ricorda
Ippolito – nel 2010 abbiamo superato quota 3.600. Se confrontiamo gli andamenti
dei vari mercati pubblicitari negli ultimi cinque anni vediamo che
la carta stampata ha visto una diminuzione del 27,7% degli investimenti medi con
un fenomeno che ha visto crescere il numero dei clienti accompagnata da una diminuzione
degli investimenti; la Tv ha vissuto lo stesso fenomeno e ha visto diminuire
dell’11,7% gli investimenti medi; in controtendenza la radio che è cresciuta come
investimento medio del 9,3%, con un fenomeno opposto, ovvero con una numerica
di aziende in diminuzione, ma con un aumento degli investimenti; e in
controtendenza anche il digitale che ha visto crescere sia il numero delle
aziende del 107%, sia gli investimenti medi del 46,1%
”.

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