Delineate le linee guida su cui Big Blue convincerà i business partner a lavorare in direzione Websphere
Ibm si scusa e ammette “sulle Acg abbiamo avuto qualche problema di comunicazione – dice Antonio Grioli, direttore della small&medium business di Ibm Italy – . Ma non abbiamo mai tentennato sulla strategia da perseguire e ora rilanciamo con forza la fase Websphere”. Che in poche parole significa far migrare le soluzione scritte in Rpg nel mondo Java.
I business partner sono dunque tranquillizzati sul futuro dei loro investimenti in termini di sviluppo software. Ora, però si tratta di salire (o meno) sul carrozzone della migrazione verso il mondo Web. Conveniente, sicuramente, se la decisione è quella di continuare a vendere iSeries. Altra faccenda se nel business plan della propia azienda compaiono altre piattaforme su cui investire (Unix o Linux, ad esempio).
Comunque sia, un “piccolo” investimento è doveroso. Ibm non lo quantifica nel dettaglio ma secondo Francesco Strappa, responsabile degli iSeries nel nostro Paese, “bisogna prevedere un paio di giornate uomo per effettuare circa l’80% del porting delle soluzioni, più qualche altro giorno per le “rifiniture””. A ciò va aggiunto un forte investimento in formazione e soprattutto (il grosso della preparazione) raggiungere un buon sapere su Java (il che potrebbe dire anche un sei mesi di preparazione a sistemista).
Poi però Ibm assicura di “curare” alla perfezione il catalogo prodotti e anzi di istituire un vero e proprio mall sulle Acg. Quindi, sta mettendo a punto una serie di Competence center (uno dei primi è stato creato a Empoli presso la ComputerGross) e,soprattutto, ha impegnato sul nuovo progetto Acg ben 110 sviluppatori interni.