Due iniziative, battezzate Project Montreal e Project Seoul, varate nell’ambito di una visione che porta il nome di Contextual Collaboration, permetterà di favorire l’integrazione tra le applicazioni in questione.
22 gennaio 2003 La divisione Lotus Software di Ibm annuncerà due nuove iniziative nel corso della conferenza Lotusphere, prevista per la prossima settimana. Le novità riguardano la possibilità di integrare direttamente le componenti Domino in altre applicazioni, grazie alla tecnologia dei Web service. Chiamata Contextual Collaboration, la strategia consente una stretta integrazione degli ambienti di sviluppo Domino e WebSphere attraverso due funzionalità. La prima, nota per il momento con il nome in codice di Project Montreal, aggiunge le classi Domino al toolkit WebSphere Studio Application Developer (Wsad), a sua volta basato sull’ambiente Ide (Integrated development environment) aperto per il linguaggio Java Eclipse 2. Con questa estensione, anche gli sviluppatori non-Domino potranno realizzare servizi Web di tipo collaborativo. Il codice fornisce anche un percorso di integrazione tra le applicazioni Domino e WebSphere, senza costringere gli sviluppatori specializzati in quest’ultimo a muoversi su terreni a loro poco familiari. La seconda novità è, forse, quella ancora più ambiziosa, è nota come Project Seoul. In questo caso, l’attenzione è rivolta allo sviluppatore Domino, che potrà generare componenti in codice J2Ee che potranno essere integrati in applicazioni non-Domino. In passato, i discorsi sull’integrazione tra Domino e WebSphere avevano destato qualche preoccupazione tra i programmatori Domino, che temevano il possibile abbandono di questa linea di prodotti, in particolare del client per Notes, a favore di servizi più centrati su Java e WebSphere. Questi timori sarebbero del tutto infondati, affermano alcune fonti vicine al canale dei partner di Ibm e Lotus.