Formalmente una joint venture, che vede Ibm acquisire una partecipazione minoritaria in Lenovo. Di fatto il business pc viene trasferito alla società cinese. Ma il brand resta per 5 anni.
S’era detto martedì e martedì è stato.
Nella giornata di ieri è stato
infatti raggiunto l’accordo in base al quale Ibm cederà a Lenovo il
proprio business pc, in una complessa manovra economica che prevede
anche l’acquisizione di una partecipazione minoritaria di Ibm nel capitale
azionario della società cinese.
Si tratta, così lo definiscono i commentatori
americani, di un complesso gioco di incastri che se da un lato porta
automaticamente Lenovo al terzo posto nella classifica mondiale dei produttori
di pc dietro a Hp e Dell (o a Dell e Hp a seconda del trimestre e delle
classifiche), dall’altro consente a Ibm di non uscire del tutto di scena, ma di
avere ancora voce in capitolo per quanto riguarda il mercato pc.
L’operazione, che dovrebbe essere formalizzata entro la prima metà del
prossimo anno, ha un valore complessivo di 1,75 miliardi di dollari e prevede
che Ibm acquisti una partecipazione del 18,9% nel capitale di Lenovo, che a sua
volta pagherà 1,25 miliardi di dollari per rilevare il business oggetto
dell’accordo, assumendosi nel contempo anche i debiti esistenti.
Formalmente,
dunque, si tratta di una joint venture che, stando anche agli statement
pubblicati da Ibm nel comunicato ufficiale che annuncia l’accordo, dovrebbe
portare sul mercato qualcosa come 12 milioni di macchine con un fatturato annuo
di 12 miliardi di dollari.
Per altro, Lenovo sarà il primo fornitore di Ibm e
sarà autorizzata a utilizzare il marchio Ibm e il brand “Think”, che da anni
caratterizza non solo i prodotti ma anche le strategie commerciali di Big Blue,
per i prossimi cinque anni.
In base ai atermini dell’accordo, Stephen Ward,
senior vice president di Ibm e general manager del Personal Systems Group della
società, assumerà l’incarico di chief executive officer di Lenovo fino al
completamento della transazione.
Al termine del periodo di passaggio, le
redini di Lenovo torneranno in mano a Yuanqing Yang, attuale presidente e
Ceo della società.
Quanto agli organici, la comunicazione ufficiale
rilasciata da Ibm sostiene che al termine della transazione il numero di
dipendenti di Lenovo raggingerà quota 19.000 unità, grazie al trasferimento di
10.000 organici provenienti da Ibm.
Di questi, il 40% sono già in Cina, e il
25% si trova negli Stati Uniti.
Da parte sua, Ibm garantisce supporto e
demand generation attraverso la propria rete di pc specialistis e mette a
disposizione di Lenovo le risorse di Ibm Global Financing e di Ibm Global
Services.