Al LinuxWorld Expo è di scena la proprietà intellettuale. E Ibm rassicura la comunità. I suoi brevetti non verranno utilizzati per frenare l’innovazione.
5 agosto 2004 Se Sco sceglie la via
dell’understatement e punta i riflettori più sulla nuova roadmap che sulle cause
in corso, al LinuxWorld di San Francisco sembra che la
proprietà intellettuale sia uno dei temi più caldi.
E così,
mentre Open Source Risk Management parla di 283 possibili violazioni,
mentre la municipalità di Monaco di Baviera mette uno stop prudente al paino di
migrazione, Ibm scioglie gli indugi e lancia la propria
sfida.
Nonostante i brevetti siano uno degli asset ai quali
Ibm tiene di più, non c’è nessuna intenzione di utilizzarli contro la
comunità Linux.
Promessa solenne, fatta dal Senior Vice President of
Technology and Marketing Nick Donofrio, che nel corso del suo keynote ha
tenuto a rassicurare la comunità.
La proprietà intellettuale è un asset che
Ibm utilizza per difendersi. Ma nel caso di Linux la strada è un’altra:
l’innovazione collaborativa.
Collaborazione per innovare, è questo il vero
equilibrio. E il frutto della collaborazione è dunque qualcosa che non
appartenendo a nessuno di fatto appartiene a tutti.
Questa è la posizione di
Ibm, seguita dall’inevitabile invito agli altri player perchè percorrano la sua
stessa strada.