I servizi gestiti della postazione di lavoro consentono una chiara discovery dei costi. E la modularità abilita la trasformazione. Lo spiega Alessia Penati

L’uso del dispositivo sul posto di lavoro è cambiato, sta cambiando, cambierà.

Perchè cambia il device stesso (non si usano più solamente i pc, ma anche smartphone, tablet) cambia il modo in cui l’azienda interpreta la sua gestione.

È per questo che Alessia Penati, Workplace Services Sales Manager di Ibm, sottolinea l’importanza di affidarla a un fornitore di servizi gestiti.

Dominarne la continua evoluzione è materia di chi lo ha sempre fatto, sostiene.
Affidargli la gestione del concetto di dispositivo e dell’uso che se ne fa si traduce in un vantaggio di conoscenza indotta e di certezza.

Certezza sulla componente economica, per esempio: la discovery dei costi, evidenti e sottesi (come quelli energetici) dell’uso del dispositivo in azienda è il primo obiettivo del fornitore di servizi gestiti.

Lo spazio che conta
Lo studio dei centri di costo, poi, secondo Penati porta a una inevitabile trasformazione del concetto di workplace in workspace: è lo spazio di azione, fisico e virtuale, che conta oggi, al pari delle sue dinamiche e delle conseguenze del modus operandi del personale.

Disporre di costi certi, voce per voce, raffiguranti un dinamismo aziendale crescente è oggi un atout, per Penati, che consente di impostare l’evoluzione dell’azienda stessa.

Ed essendo il dispositivo in continua evoluzione, anche il fatto che i servizi che si occupano della sua gestione siano modulabili non può che essere un vantaggio per l’azienda.

A patto che sappia vedersi e intendersi in un’ottica di trasformazione volitiva e positiva.

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