Big Blue unifica le linee dei server System i e System p sotto il cappello Power Systems e rafforza l’offerta che si rivolge alle medie imprese
Ibm ha deciso di consolidare in un’unica famiglia di prodotti i server che in precedenza facevano capo alle linee dei System i e System p, sotto l’ombrello Power Systems.
«Si tratta – esordisce Francesco Stronati, vice president Systems and Technology Group – di macchine basate su processori Power6, che supportano contemporaneamente applicazioni Unix, Linux e i».
Il perché di questa mossa è presto detto: «Negli ultimi anni – prosegue il manager – abbiamo condiviso sempre più la tecnologia tra le due linee, con l’obiettivo di permettere ai clienti di sfruttare la medesima piattaforma per tutto il carico applicativo. Su tutti i modelli rilasciati oggi, il software di sistema Power Systems è stato messo a fattor comune e, con l’occasione, abbiamo anche rimarchiato la linea di applicazioni per il clustering, che ora si chiama PowerHa».
L’ultima versione dell’Os proprietario, i 6.1, rilasciata contestualmente alle macchine di nuova generazione, è stata migliorata con l’aggiunta del supporto integrato a tutte le funzionalità di virtualizzazione per i sistemi storage, oltre che sotto il profilo della connettività esterna.
«Oltre a poter astrarre le risorse delle macchine, creando diverse partizioni – puntualizza Alessandro La Volpe, manager dei Power Systems -, sarà anche possibile virtualizzare il sistema operativo, generandone diverse immagini, a garanzia della miglior ottimizzazione dei carichi di lavoro».
L’offerta dei sistemi Power copre tutto lo spettro delle esigenze, da quelle della media impresa fino ai supercomputer. Alle prime, Ibm dedica tre nuovi sistemi, disponibili nelle versioni per Aix, Linux e i. Si tratta dei modelli Power 520 Express, Power 550 e BladeCenter S. Per quest’ultimo, in particolare, la formula di costo è particolarmente vantaggiosa, in quanto i prezzi di partenza, a detta dei manager di Big Blue, sono quasi dimezzati rispetto alle configurazioni non-blade, a parità di capacità di elaborazione.
«Con il lancio dei Power System – osserva La Volpe – abbiamo sparigliato il gioco della concorrenza e possiamo andare ad attaccare direttamente i nostri avversari (leggasi Hp e Sun – ndr) sul terreno Unix».
Alle realtà corporate, la società dedica i modelli Power 570, Power 565 e Power 575. I primi due trovano la giusta collocazione all’interno dei data center, per sopperire alle esigenze di consolidamento. Il Power 575 è, invece, un supercomputer utile per le realtà che necessitano di potenze di calcolo elevatissime, come i centri di ricerca e meteo, oltre che le realtà finanziarie che si occupano di gestione dei rischi.
«L’eredità dei System i e dei System p porta a corredo circa 15.000 applicazioni, già disponibili per i nuovi server – sostiene Andrea Corbelli, technical sales manager degli Ibm Power -. Inoltre, grazie all’abbinamento con la nostra tecnologia di astrazione, PowerVm, le applicazioni Linux sviluppate per i macchine x86 potranno girare direttamente sui nuovi sistemi, senza necessità di porting».
Entro fine anno, su tutti i Power System presentati sarà possibile non solo aggiungere moduli, ma anche toglierli “a caldo”, per riparare le macchine senza fermarle.
Inoltre, ai Cio più attenti “alla bolletta”, la società rende disponibile da oggi, sui sistemi di questa generazione, anche il software Active Energy Manager, che permette di monitorare e ottimizzare i consumi energetici sulle macchine Ibm all’interno dei macro ambienti di calcolo.