Lo specialista di ambienti di sviluppo è stato acquisito per 2,1 miliardi di dollari e sarà integrato nell’Ibm Software Group, affiancando i marchi esistenti. Big Blue potrà così rafforzare la propria strategia di computing on demand.
6 dicembre 2002 Spendendo 2,1 miliardi di dollari, pagati in contanti, Ibm ha portato a termine l’acquisizione più consistente dopo quella che aveva portato al merger con Lotus, rilevata nel 1995 per 3 miliardi e mezzo di dollari. Nel paniere della Numero Uno mondiale, infatti, è finita Rational Software, tra i più conosciuti produttori di ambienti di sviluppo e servizi correlati. L’operazione dovrebbe servire alla casa di Armonk per rafforzare la recente strategia del computing on demand, aprendole la possibilità di offrire un completo ambiente di sviluppo, che include il data management, il middleware transazionale e l’integrazione dei processi di business. Questa filosofia si indirizza soprattutto verso le aiznede che desiderano integrare i propri processi di business e le infrastrutture software oggi sparpagliate in filiali o divisioni.
Rational si è di recente avviata verso il supporto dello sviluppo applicativo in ambienti J2Ee, .Net e Linux, ma i propri tool sono utilizzati anche per costruire software tecnico, prodotti commerciali e applicativi per dispositivi embedded e real time (telefoni cellulari, dispositivi medicali, sistemi di controllo del traffico aereo e così via). Con Ibm esiste un rapporto di collaborazione vecchi di ormai 15 anni, ma va detto che esistono relazioni molto buon anche con Microsoft, che ora potrebbero essere rimesse in discussione.
Il piano di integrazione prevede che le attività operative e i 3.400 dipendenti di Rational vadano a confluire nell’Ibm Software Group, nell’ambito di una nuova divisione. Il marchio sarà conservato e andrà ad affiancare quelli già esistenti nel gruppo, ovvero WebSphere, Lotus, Tivoli e Db2. L’attuale Ceo e cofondatore, Mike Devlin, diventerà il direttore generale della nuova divisione.