A vincere nelle quattro categorie del video-contest “Il Middleware Ibm, il mio ingegno” sono stati i casi di successo raccontati da Yark, Tecla, Afbnet e Human sw
Si è chiuso con la consegna di quattro statuette da “Oscar” il concorso “Il Middleware Ibm, il mio ingegno”, video-contest tutto italiano indetto dal Software Group di Ibm per premiare le migliori storie di successo raccontate dai partner. All’iniziativa hanno aderito una trentina di dealer, che hanno visto pubblicati i propri filmati su YouTube, sulla WebTv di Ibm e il sito di Big Blue, per un totale di circa 5.000 visualizzazioni.
«L’intenzione – ha esordito Paolo Perillo, direttore marketing di Ibm Software Group – era offrire piena visibilità alla filiera del valore, mettendo in luce software Ibm, soluzioni sviluppate dai Business Partner e testimonianze di soddisfazione degli utenti finali attraverso strumenti freschi e immediati come quelli messi a disposizione dai new media».
«Con questo contest – ha sottolineato Daryouh Goljahani, Software Group channel sales manager Ibm Italia – abbiamo scelto di sponsorizzare in prima persona il Web 2.0 come strumento di business, così come sosteniamo da anni attraverso i tool di collaboration messi a disposizione dal brand Lotus».
Quattro le categorie in cui i partner sono stati chiamati a competere: “Generale”, in cui si è distinto Yark (Bp, attivo soprattutto in Lombardia e Triveneto, che ha presentato la realizzazione di un portale per Verde Sport); “Competenze”, categoria per la quale è stato premiato Tecla (partner che ha presentato un progetto di collaboration e integrazione tra flussi informativi); “Testimonianze”, in cui si è evidenziato Afbnet (Bp attivo sul fronte Lotus e Rational); “Fantasia e creatività”, categoria che ha visto la premiazione di Human sw (partner campano, focalizzato sui temi della collaborazione e dell’integrazione, che sta lavorando su un progetto di mash up applicativo indirizzato agli studenti dell’Università di Salerno e Napoli).
«I quattro vincitori – ha continuato Goljahani – sono tutti operatori a valore che operano sulla Piccola e media impresa con skill e competenze adeguate anche per il complesso mondo enterprise. La nostra route to market distingue, infatti, la Pmi, in cui il livello di penetrazione dei partner è di circa il 90%, dai large account, dove l’intervento delle terze parti si ferma al 50%, per lasciare più spazio alle nostre risorse interne».
Oggi, in Ibm, l’indiretta contribuisce per il 25% sul fatturato italiano del Software Group, un risultato ottenuto con 500 partner (50 i più significativi) distribuiti in modo disomogeneo tra i cinque pilastri d’offerta: Lotus, Tivoli, Information Management, WebSphere e Rational.
«Ad assorbire il maggior numero di partner – ha sottolineato Goljahani – è senza dubbio il brand Lotus, mentre quello con meno dealer è sicuramente Rational. Ciò non è solo dovuto alla tipologia d’offerta proposta, è anche il risultato del divario degli anni di attività dedicate ai dealer e agli sviluppatori di questi marchi».
A tutti, indistintamente dagli ambiti di competenza, il Software Group di Ibm promette di dedicare attività di marketing sempre nuove, in grado di valorizzarne al meglio la professionalità maturata. «Oltre a una riedizione in grande stile del contest “Il Middleware Ibm, il mio ingegno” – ha concluso Paolo Perillo –, stiamo già pensando ad altre attività basate sui New media, mentre la collaborazione in corso con l’Università di Salerno e Napoli potrà diventare un pilot da replicare anche in altri atenei».