IBM ha deciso di chiudere una delle sue principali divisioni di ricerca e sviluppo in Cina, segnando un ulteriore passo indietro delle aziende tecnologiche statunitensi nel paese. A darne notizia è il media cinese Yicai Global
Questa mossa comporta il licenziamento di oltre 1.000 dipendenti e lo spostamento di alcune operazioni in altri paesi, come l’India, in particolare a Bengaluru. La decisione sembra essere motivata da una combinazione di fattori, tra cui le crescenti tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina e la necessità per IBM di concentrarsi su aree di crescita strategiche come il cloud ibrido e l’intelligenza artificiale.
Le operazioni di IBM in Cina erano parte integrante della sua rete globale di innovazione, ma la crescente incertezza economica e le difficoltà nel mantenere una presenza competitiva in Cina hanno spinto l’azienda a riconsiderare la sua strategia. La società americana sta ora cercando di investire in mercati più promettenti, dove può sfruttare al meglio le sue risorse tecnologiche e il talento umano con meno margini di incertezza dovuti a fattori esterni.
Il trasferimento di operazioni in India riflette anche la crescente importanza di questo paese come hub tecnologico globale, grazie alla sua forza lavoro qualificata e al crescente ecosistema di innovazione. Per IBM, questa mossa rappresenta un tentativo di rimanere competitiva in un contesto globale in rapida evoluzione, adattandosi alle nuove realtà del mercato e delle relazioni internazionali.