Idc: il futuro è nel telelavoro

La società di ricerca statunitense stima che entro il 2005 sia i telecommuter, sia i lavoratori mobili cresceranno a ritmi esponenziali, specie nei Paesi del Nord Europa dove la burocrazia non agisce da fattore inibente, come invece è da noi

Stando a una recente indagine condotta da Idc
nell’arco di cinque anni il numero dei telelavoratori in Europa potrebbe
addirittura triplicare.
La società di ricerca statunitense ha infatti
stimato che i 10 milioni di persone che utilizzavano già nel 2000 il telefono
come strumento di lavoro potrebbero raggiungere quota 28,8 milioni entro il
2005.

Quella in esame è una metodologia di lavoro adottata in
numerosi Paesi dell’Europa Occidentale in quanto permette di aumentare il
livello di competitività e di produttività del business in cui si
opera.
Mediamente, oltre il 45% dei lavoratori mobili – dove per ‘mobili’ Idc
intende coloro che spendono almeno il 20% delle proprie ore lavorative lontano
da casa, dal posto di lavoro o da entrambi – sono impiegati in società di grandi
dimensioni attive soprattutto in aree quali servizi, finance e sanità.


Stando alle previsioni di Idc, questo genere di lavoratori dovrebbe
passare dai 6,2 milioni registrati nel 2000, agli oltre 20 milioni previsti per
il 2005. Nello stesso lasso di tempo, il numero dei telecommuter, o
telelavoratori, dovrebbe passare da 3,8 a 8,7 milioni di
individui.
Naturalmente il numero di questo genere di dipendenti varia a
seconda del Paese di riferimento, del mercato in cui opera
l’azienda e delle dimensioni della stessa. 

«Questo –
secondo Romolo Pusceddu, senior analyst per l’Idc European Data Communications
Program – sarebbe il risultato di una serie di fattori culturali e di
valore che non solo ogni singola nazione, ma anche ogni singola corporate
interpreta alla sua maniera e a seconda degli accordi presi con il singolo
individuo o con la collettività».

Quel che è certo è che Danimarca,
Svezia, Norvegia, Olanda e Finlandia sono i Paesi europei con il maggior numero
di telecommuter e lavoratori mobili. Per contrasto, se si compara il numero
totale dei ‘colletti bianchi’ impiegati in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia,
appare palese la penuria dei lavoratori non tradizionali. Tra i
principali fattori inibenti, l’alto grado di burocrazia, ma anche una struttura
istituzionale complicata e centralizzata.

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