La crescita dell’e-commerce è ormai inarrestabile, con una vera e propria esplosione soprattutto negli ultimi anni, dovuto a un effetto di acculturamento crescente degli utenti a queste forme digitali di acquisto che sta via via coinvolgendo sempre più settori di mercato. Un trend che, però, sta andando di pari passo con la crescita anche delle problematiche legate alla gestione dei resi, le quali stanno causando tra i produttori e i merchant degli online store ingenti perdite in denaro. Tema, questo, che è stato preso a cuore dalla spagnola iF Returns, che con la propria, omonima, piattaforma propone alle aziende di efficientare la gestione e le perdite derivanti dai resi, contribuendo nel contempo a un’evidente riduzione dell’impatto ambientale dovuto soprattutto a una semplificazione della logistica in questo complesso processo di acquisto. Trasformando, di fatto, una problematica in una leva di profitability.
“La storia di IF Returns inizia all’interno di una realtà che opera come consulente per grandi aziende – spiega Marcello S.Valerio, co-founder di iF Returns -. Otto anni fa, però, io e gli attuali altri soci di If Returns ci siamo resi conto dell’importanza crescente dell’e-commerce nel mondo delle vendite, in particolare nell’industria della moda. Da questa consapevolezza è nata l’idea di fondare iF Returns nel 2021, e di espandere la sua presenza in Italia nell’autunno dello scorso anno per venire incontro alle problematiche dei resi che inevitabilmente l’e-commerce si trascina, facendo attenzione particolare sia agli effetti che questo tema può avere sulla user experience, sia, ancor più pragmaticamente, sui costi in termini di denaro legato al risarcimento degli utenti”.
Il processo dell’e-commerce, in effetti, pur offrendo numerosi vantaggi, presenta alcune sfide particolari per le quali chi vi opera direttamente necessita di soluzioni efficaci. Una delle principali riguarda la user experience, che può risultare complicata soprattutto nel caso delle procedure di restituzione della merce, dal momento che una gestione inadeguata dei resi può portare alla perdita di fidelizzazione del cliente, oltre a comportare problemi di natura economica per le aziende.
Il fashion settore al top dei resi e mercato principale per iF Returns
Nel settore del fashion, per esempio – un mercato su cui è nata e cresciuta l’esperienza di iF Returns, rappresentando ancor oggi l’80% del suo business – circa il 30% delle vendite viene reso. “Questo comporta non solo la perdita della vendita stessa, ma anche i costi di acquisizione del cliente, ovvero gli sforzi e le risorse che sono state impiegate per attirare un cliente verso lo store online. Inoltre, i costi operativi legati alla logistica e al trattamento dei resi possono essere elevati, incidendo significativamente sul margine di profitto” commenta S.Valerio.
iF Returns nasce con l’obiettivo di affrontare queste problematiche, inizialmente concentrandosi sul settore del fashion, ma con piani di espansione anche in altri settori come l’elettronica e l’arredamento, per i quali saranno presto presentate delle soluzioni dedicate, trattandosi di prodotti e di filiere che necessitano di approcci differenti a causa delle specifiche esigenze logistiche e dei flussi di acquisto di questi settori.
Il funzionamento della piattaforma di iF Returns
La piattaforma di iF Returns propone diversi vantaggi sia per i merchant che per i clienti. S.Valerio lo spiega con un esempio pratico: “Immaginando uno store fashion che solitamente deve affrontare 10 milioni di euro di rimborsi all’anno, la piattaforma può contribuire a trattenere in vendita, ossia nel flusso dei guadagni, fino a 4 milioni di euro attraverso la proposta automatica di cambio dei prodotti – come nel caso di taglie non conformi, o colori diversi – o di nuove alternative di acquisto. Il sistema funziona come tool accessibile, in maniera trasparente nei confronti dell’utente, attraverso la sezione resi del sito del merchant, con una configurazione completamente personalizzabile, che propone incentivi o alternative, per evitare il rimborso e trasformarlo in una nuova vendita. Con l’obiettivo di avere dei flussi di reso che siano ottimizzati per raggiungere il massimo grado di conversione, grazie anche alla consulenza diretta che viene offerta da iF Returns, in modo da avere una soluzione perfettamente in linea con le aspettative e le problematiche del venditore”.
Una personalizzazione che viene effettuata sia direttamente da iF Returns sia con l’intermediazione di system integrator, che possono interoperare su piattaforme come Magello e Salesforce. Mentre per le Pmi che aprono uno store attraverso Shopify l’integrazione è self service attraverso un’apposita app dal semplice utilizzo.
Innovazione e AI per un futuro automatizzato nelle proposte di alternativa ai resi
iF Returns non si limita a gestire i resi in modo efficiente, ma punta anche sull’innovazione attraverso l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa. Utilizzando la tecnologia di analisi dei commenti dei clienti, la piattaforma è infatti in grado di classificare le motivazioni dei resi e proporre le soluzioni migliori per evitare il rimborso, offrendo alternative di cambio merce basate sui dati raccolti.
I mercati e il futuro di iF Returns
Questa automazione delle decisioni sarà il focus principale per la ricerca e sviluppo della piattaforma di iF Returns per tutto il 2025, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente il conversion rate e, di conseguenza, il guadagno dei merchant. Guadagno per il venditore online che è proporzionale a quello di If Returns, la opera con un modello di business basato su una commissione sul business recuperato, garantendo un interesse diretto nel successo dei loro clienti.
Attualmente, iF Returns collabora con circa 40-50 merchant attivi in Italia, Spagna, Portogallo e Francia, gestendo resi a livello globale. L’utilizzo della piattaforma consente di ridurre fino al 40% dei rimborsi e ottimizzare la logistica fino al 30%, con un significativo impatto positivo anche dal punto di vista ambientale. Infatti, una gestione ottimizzata dei resi comporta una riduzione fino al 50% dell’impronta di carbonio legata al trasporto e alla logistica.