Home Trade Il B2B2C apre nuove prospettive a Monclick

Il B2B2C apre nuove prospettive a Monclick

Sul B2C lo scenario è più che positivo: “Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo registrato una crescita del 30 per cento rispetto al 2015, sicuramente superiore alle crescite di mercato”.
Certo, per Federica Ronchi, direttore generale di Monclick, non tutte le merceologie viaggiano alla stessa velocità. “Qualcuna fa più fatica, qualcuna invece sta esplodendo, come il grande e il piccolo elettrodomestico, dove abbiamo registrato quasi un raddoppio rispetto allo scorso anno”.
Secondo Ronchi è cambiato l’atteggiamento del cliente, “più preparato e disponibile. Mi sembra che sia superata la ritrosia nei confronti della delivery del grande elettrodomestico. Le vendite ci sono e il ticket medio per linee di prodotto è sempre più alto”.

Su questo aspetto pesano anche le strategie dei vendor, le cui promozioni sono spesso orientate a far conoscere il top di gamma. Nell’insieme è comunque un comparto che tira. In un anno di sport quale è stato il 2016, le vendite di televisori, in particolare i modelli a grande polliciaggio, hanno registrato crescite a due cifre.

Da Monclick un magazine per parlare ai consumatori

Bene anche il piccolo elettrodomestico, per il quale si registra una proliferazione di prodotti e modelli, da A brand e B brand, sul quale oggi Monclick si è maggiormente strutturata.“Notiamo un particolare fermento anche nelle visite sulle pagine dedicate a prodotti come le kitchen machine. Per questo abbiamo deciso di cavalcare il fenomeno partendo a monte, non solo raccogliendo l’esigenza di acquisto, ma provando a parlarne”.
La comunicazione è un asset importante: Monclick ora ha un magazine, nel quale racconta le tecnologie e le mode del momento, “attraendo l’utenza prima che maturi una decisione di acquisto”.

L’IT tradizionale soffre nel B2C non nel B2B

Elettrodomestici bene, dunque, così come vanno bene anche gaming e mobile. Il comparto che fa più fatica è l’IT tradizionale, con merceologie come  notebook e printing in grande sofferenza, laddove nel mondo B2B continuano a essere trainanti.
“Dopo una fase di crescita davvero importante sui convertible, la curva è meno marcata: possiamo parlare di un mercato di sostituzione, ma non di affiancamento. Sul mobile posso dire che gli smartphone hanno performance molto positive, con una crescita davvero forte per Huawei. Bene anche l’accessoristica, che resta un comparto ad alto margine”.

Per quanto riguarda invece il B2B, per Ronchi ha uno sviluppo lineare con lo sviluppo B2C: “Gli elementi fondanti del B2C, ovvero ampiezza di gamma, pricing, servizi, funzionano bene su entrambi i canali”.
Per il B2B si parla di una crescita del 25 per cento anno su anno nei primi sei mesi.
Anche in questo caso crescono i top d gamma negli Ultrabook e nei convertibili, nei display a largo formato, così come crescono le soluzioni printing.

Il fenomeno del B2B2C

Diverso è il caso del B2B2C, che Ronchi definisce “ancora poco maturo, ma che sta crescendo”.
Monclick registra un forte interesse da parte delle grandi organizzazioni per la costruzione di marktplace dedicati. “Molte banche stanno legando la digital transformation all’offerta di prodotti digitali, tablet o smartphone di alta gamma, ai loro clienti. Noi seguiamo sia i marketplace, sia la fornitura diretta dei prodotti, con servizi di installazione o di serigrafia, di customizzazione delle scatole, o ancora di preparazione dei kit”:
Interessante anche lo sviluppo verso il mondo assicurativo, in particolare per quanto riguarda tutti i prodotti della smart home.
“Si comincia a legare alla sottoscrizione di polizze assicurative la fornitura di dispositivi come i sensori”.
Similmente altre grandi aziende, ad esempio nel settore energetico, cominciano a voler legare i loro servizi alla vendita di dispositivi di elettronica di consumo.
“In questo caso serve, da parte nostra, non solo la capacità di interpretazione del bisogno, ma anche attività di project management, di sviluppo su piattaforme web, di gestione dati, per tradurre il progetto in un flusso operativo che termini con una delivery all’utente finale, con un sistema di rendicontazione al partner che ci ingaggia e con il customer care al cliente finale”.

Una strategia lineare

Tutto questo Monclick lo fa con una struttura di 48 persone, logistica esclusa e con una linea operativa molto chiara: “Non facciamo grey, importazione, subdistribuzione, cerchiamo di evitare acquisti fuori dal canale indicato dal vendor. L’importante, per noi, è farci trovare quando il cliente ci cerca. Siamo sui social, sul mobile, tracciamo il comportamento dell’utente cross-device per capire come si sposta dalla ricerca all’acquisto. Stiamo investendo su canali di attrazione del traffico diversi, ad esempio la ricerca organica SEO,  il remarketing, il magazine, tutto in un’ottica di customer journey. Per questo l’industria ci considera un partner forte”.
L’obiettivo da raggiungere?
“I 100 milioni di fatturato”.

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