Il Blackberry fa crescere i profumi

Informazioni in tempo reale per Pacodis, distributore di profumi, in continuo contatto con i clienti

Dire che quasi 25 anni fa Jean Claude Michelot ebbe buon naso nel creare la Pacodis è come voler giocare con le parole, e, ça va sans dire, coi sensi. Già, perché il nostro, proveniente dalla Francia non a caso, innamorato dell’Italia, nel 1984 fondò l’azienda per distribuire nelle profumerie profumi di marchi internazionali noti e meno noti (Pacodis sta per parfums cosmétiques distribution): Les Copains, Carven, Gres, Gatineau, Tea Rose, e altri ancora.

Da qualche tempo, l’azienda, dodici dipendenti più una schiera di agenti mono (la maggior parte) e plurimandatari è entrata nella seconda generazione, con Jean Luc, figlio di Jean Claude, 40 anni, ingegnere, che occupa la carica di amministratore delegato. Nel settore, spiega Jean Luc, è importante il rapporto molto stretto col cliente: relazione professionale, sì, ma anche umana, che deve essere mantenuta sempre viva.

Da qui la necessità di una comunicazione costante, come si dice “always on”. “Avevamo l’esigenza – spiega Michelot – di dare questa possibilità ai nostri key account, dedicati ai top client, quelle realtà cioè che per dimensione e qualità hanno per Pacodis una forte valenza strategica”. Da qui, ancora, la necessità di dotare i key account di caratteristiche salienti di flessibilità e velocità, per dare risposte in tempo reale in ogni momento indipendentemente dal luogo in cui si trovano a operare. Un cliente che, è bene ricordarlo, deve fare i conti con le oltre trecento novità di prodotto che le aziende del settore sfornano mediamente ogni anno, e che ha quindi la necessità di razionalizzare al massimo, possibilmente riducendolo al massimo, lo stock in magazzino.

”Mai più sell-in, ordini massivi, ma quantitativi mirati a seconda delle esigenze del cliente”. Per un’azienda come Pacodis da sempre sensibile alle potenzialità dell’Ict , la soluzione non poteva che essere “tecnologia di comunicazione allo stato dell’arte”. Prima tutto quel che si è raccontato sopra si faceva col telefono (fisso, magari da una cabina di lontana memoria); oggi si fa con il Blackberry, lo smartphone di Rim Research in Motion.

“Possiamo parlare, naturalmente, ma soprattutto scambiare email, fare instant messaging, caldendarizzare gli impegni, in ogni luogo e in ogni momento. Stando sempre sul pezzo, come si usa dire”. In questo modo, Pacodis “guadagna un canvass”, che in buona sostanza vuol dire tempo e denaro. E maggiore competitività nei confronti dei concorrenti. Il vantaggio maggiore derivante dall’adozione della tecnologia mobile? “In primo luogo – risponde Michelot – fornire in tempo utile soluzioni ai clienti più esigenti, grazie alla possibilità offerta ai nostri agenti di consultare in ogni momento le informazioni necessarie. Questo è particolarmente importante per tutte quelle attività, come le promozioni e le campagne vetrina, per cui è essenziale attivarsi in tempi brevi”.

Ma c’è di più. A detta di Michelot, la velocità di esecuzione permessa da Blackberry ha permesso a Pacodis di portare a buon fine un numero maggiore di consegne; conseguenza diretta: un incremento del fatturato del 10-15%. Per quel che riguarda i possibili sviluppi futuri, Pacodis sta valutando la possibilità di integrare i sistemi informatici dell’azienda con applicazioni ad hoc supportare dalla tecnologia Blackberry.

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