WMR srl StudioCappello – posizionamento nei motori di ricerca E’ possibile avere un advertising efficace senza bombardare le persone di messaggi pubblicitari?
Il mio interesse per i motori di ricerca, il Web Marketing e
il Search Advertising, è dovuto al fatto che lo considero una delle poche reali
forme di marketing “non intrusivo” e gradito agli
utenti, ed in un’epoca caratterizzata dal bombardamento comunicativo,
pensare che vi siano strumenti di advertising gradito e permesso dalle persone
mi rende fiducioso che migliorare la nostra vita è possibile e doveroso.
I dati, ma non c’era da dubitarne, me lo confermano ogni giorno: Internet sta
cambiando il mondo, in meglio. E il Search Marketing è la modalità di
advertising più gradita dagli utenti, e sempre più anche dalle aziende che
cominciano a “distrarre” budget importanti dai budget tradizionali di
advertising per dirottarli ad iniziative online.
Anche chi fa web marketing ogni tanto cade nella tentazione di bombardare le
persone pensando di fare azioni intelligenti. Ma come questo articolo”
What’s Needling Net
Users?“di e-marketer ci conferma, più la pubblicità è intrusiva, più
l’utente /cliente è infastidito.
Ma se l’utente o le persone sono infastidite ma comprano lo stesso perchè
si dovrebbe cambiare strategia allora?
Semplicemente perchè si può ottenere lo stesso risultato in modo diverso,
seguendo da vicino quello che ogni buon marketer dovrebbe perseguire: l’attenzione
al cliente.
Cito in proposito uno stralcio di un
post preso dal blog del combattivo Beppe Grillo:
Ho fatto una sola campagna pubblicitaria
televisiva, vent’anni fa, per qualche mese, per uno yogurt.
Avevo improvvisato gli spot con mezzi e costi irrisori, la campagna vinse una
mezza dozzina di premi internazionali. Era un prodotto sano, lo avevo nel mio
frigo allora come adesso, non mi sembrava di fare danni. Poi cominciai a
riflettere sulle conseguenze economiche e sociali della macchina
pubblicitaria. Non “ora”, come scrive il Corriere, ma da quindici anni cerco
di spiegare l’anacronismo di un’istituzione come l’industria
pubblicitaria, che cerca di stimolare i consumi in paesi industriali
come il nostro che invece dovrebbero dimezzarli un paio di volte nei prossimi
50 anni. Pian piano mi sono convinto che il problema non è la pubblicità ma la
sua obbligatorietà. Costringere tutti i cittadini, bambini e adulti, a
ingurgitare migliaia di messaggi non richiesti (tremila al
giorno, secondo chi li ha contati) è una performance che nessuna teocrazia né
alcun regime totalitario erano mai riusciti a realizzare nella storia umana.Nell’era della pubblicità obbligatoria il mercato – o meglio i mercanti – sono
l’incubo muscoloso che ti bracca e ti sommerge ovunque, quando lui ha deciso
che a te manca qualcosa.
Internet è un media senza padroni e senza censure (anche se
governi tipo la Cina o politici tipo qualcuno dei nostri tentano di
controllarlo). E’ il sistema di comunicazione per eccellenza (immediato,
apartitico, globale, semplice, critico). Chi utilizza internet per cercare
informazioni, anche su prodotti o servizi, lo fa volontariamente quando ne ha
voglia e quando lo desidera. I motori di ricerca sono autorizzati dagli stessi
utenti a fornire loro informazioni per il loro bisogno di conoscenza,
informazioni utili e attinenti alle loro esigenze e desideri.
Per questo un’impression ottenuta (gratuitamente!) con una campagna pay per
click o con un posizionamento nei risultati organici di ricerca vale almeno 1000
volte quella corrispondente (strapagata!) di uno spot in TV: l’utente è molto
più vicino ai contenuti del messaggio pubblicitario per interesse, desiderio di
informazioni, esigenza.
Il Search Advertising sui motori di ricerca quindi non solo non bombarda le
persone, ma contraddistingue per intelligenza e sensibilità le aziende che
investono in esso rinunciando magari ad altre inutili o poco utili azioni di
advertising tradizionali.
Seth Godin docet.
Ulteriori idee e commenti sul blog dell’autore:
Search
Advertising Blog.
[…] pubblicità uccide la pubblicità. Seth Godin parlava di bombardamento pubblicitario (e ne scriveva Andrea Cappello già nel 2005) che le persone se possono evitano, come quando si cambia canale durante un film […]