Il canale chiede a gran voce: "affidabilità"

Sono cauti gli sviluppatori italiani che considerano il supporto per Linux non ancora all’altezza. Importante anche il confronto tra .Net e Java

Maggio 2005, A frenare gli entusiasmi dei vendor ci pensa il canale.
Molto più pragmatico perché vicino al cliente e soprattutto attento
ad andare dove c’è, ora e non domani, il business. L’atteggiamento che
abbiamo registrato nel nostro piccolo giro di telefonate è decisamente
guardingo. I partner conoscono Linux e il software open source, hanno qualche
specialista in casa e lo implementano ma, piuttosto che spingerlo, aspettano
che sia il cliente a chiederlo. Walter Guerra è uno
specialista Unix di Gruppo Pro, ha 50 anni e osserva il fenomeno in modo distaccato,
con anche un po’ di diffidenza. «Installiamo Linux al cliente che
ce lo chiede espressamente
– afferma Guerra – e, generalmente, non
per attività core. Anche se ci sono un paio di clienti contenti della
scelta, soprattutto in ambito Pa, c’è da considerare alcune problematiche
aperte legate all’open source»
. In primo luogo l’affidabilità
della piattaforma. «Le strutture italiane di Novell e Red Hat
– sostiene Guerra – non mi sembrano all’altezza di assumersi la responsabilità
dell’affidabilità della piattaforma. Insomma, se si ferma una macchina
Linux, cosa succede in concreto?»
. E poi, la piattaforma Unix è
ancora molto più stabile e sicura e può contare su una comunità
esperta. Insomma, per Guerra c’è ancora molto da lavorare e la maturazione
di questo mercato non può dipendere solo dalle iniziative di Ibm, di
cui Gruppo Pro è un Business partner di lunga data.

Consideriamo Java e .Net
Massimo Santin, di Santin e Associati, pone la questione da
un punto di vista diverso. «Non mi sembra rilevante far competere
le due piattaforme sul piano del sistema operativo
– osserva Santin – ma,
piuttosto, la competizione si gioca tra due ambienti come .Net e Java»
.
Il sistema operativo non è il differenziale, dunque, anche perché
nelle realtà medio piccole sono altri i fattori determinanti. «Questo
tipo di cliente
– prosegue Santin – compra ancora in base al prezzo
di acquisto e non considera il costo di gestione»
. Così, il
partner fa una scelta di ambiente di sviluppo in base al consolidato del cliente
e alle necessità. Secondo Santin l’accoppiata Windows Server/.Net è
valida, così come Java su piattaforma Ibm. «Sono contento di
entrambi, anche dal punto di vista del supporto
– osserva Santin – se
Microsoft tiene molto al rapporto personale, soprattutto nei confronti dei piccoli
sviluppatori, Ibm, storicamente, ha un approccio più "enterprise"
rivolto ai grandi partner di integrazione, fornendo via Web e gratuitamente
tutti i tool che servono»
. E anche Santin non è contento di
Novell e Red Hat: «La distribuzione di Suse mi piaceva – afferma
il dirigente -, ma Novell e Red Hat in Italia non hanno una lunga tradizione
di canale in ambito Linux»
.

Questione di competenze
«Fare assistenza e manutenzione ai sistemi Microsoft – afferma
Paolo Lottero, direttore generale di Informex – è
ben diverso rispetto a fare le stesse attività in ambito Linux. Un sistemista
Microsoft è semplicemente un "super-utente" che gestisce il
sistema, ma non arriva certo al livello di profondità di un sistemista
Linux, che è molto più vicino a un esperto Unix»
. La
competenza dell’esperto Unix o Linux, secondo Lottero, è giusto che sia
pagata meglio a fronte però di «tempi di sviluppo ridotti,
prodotti solidi e costi effettivamente più bassi»
. E i costi
di gestione? «La patch su un sistema Linux è paradossalmente
controindicata
– osserva Lottero – una volta installato e ben tarato,
un server Linux può stare in piedi per anni»
. Informex fa
formazione su Linux per conto di Novell, «ma il settore è in
crisi –
ammette Lottero – anche se c’è una forte richiesta di
cultura su Linux, ci chiedono di fare il minimo numero di ore possibile per
contenere i costi»
. Purtroppo, però, in questo settore la
formazione è necessaria, sia ai partner «che non possono certo
improvvisarsi
– dichiara Lottero -, sia ai clienti». Una
delle voci più sacrificate nei budget a disposizione dei responsabili
It è proprio la formazione. Questo limita la diffusione delle piattaforme
aperte nelle aziende dove ci sono i sistemisti che potrebbero occuparsene direttamente,
ma non hanno gli skill necessari.

Una scelta di campo con conseguenze
Informex sviluppa solo progetti software open source. «La nostra è
stata una scelta di campo
– prosegue Lottero – che richiede uno sforzo
notevole per raggiungere la stessa credibilità presso il cliente finale
di un fornitore "standard". Ma, allo stesso tempo, un integratore
su Windows rischia di essere tagliato fuori nel caso capiti la richiesta di
una fornitura alternativa, e ciò capita sempre più spesso anche
perché chi vuole Linux è "orgoglioso" della scelta che
fa, si reputa importante, e vuole essere trattato come tale, proprio perché
è in grado di chiedere l’alternativa»
.

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