La società spiega visione e prospettive per il mercato del client. E spiega le proprie scelte strategiche.
“Se avete consultato i dati Gartner o Idc dei quarter passati ve ne siete senz’altro resi conto: Fujitsu ha perso quote e ha venduto meno. È un dato di fatto. Ma è un dato di fatto frutto di una scelta precisa. Restare sul mercato con l’obiettivo di guadagnare share era possibile solo a condizione di mettere in discussione la redditività dell’azienda. Cosa che Fujitsu non è stata disposta a fare. Abbiamo preferito perdere quote piuttosto che penalizzare lo stato di salute aziendale”.
Con questa premessa Rajat Kakar, vice president Clients in Fujitsu ha aperto ad Augsburg, presso la sede della società, una due giorni di lavori dedicata tutta ai temi dell’innovazione tecnologica.
Una premessa strategica, che dà senso alle scelte della società di rifocalizzare il proprio modello di business, allontanandolo da un consumer spinto, che nelle corde di Fujitsu, anche quando c’era Siemens, non c’è mai davvero stato.
In effetti, dopo lo stacco definitivo da Siemens, avvenuto la scorsa primavera, la società si è concentrata maggiormente verso nuovi paradigmi, fatti di servizi alle imprese, e sviluppando quell’idea di dynamic infrastructure che ha nel data center il proprio fulcro.
L’occasione è dunque importante per Fujitsu, per ribadire il ruolo del client nel quadro della dynamic infrastructure.
“Il client – spiega Christian Bock, director Clients Products Support Program – è fondamentale nell’idea della dynamic infrastructure: parliamo di integrazione di tutte le componenti, dal data center al dispositivo client. Parliamo di evoluzione del posto di lavoro: dalle semplici tecnologie di abilitazione siamo oggi arrivati al concetto di ubiquitous workplace, nel quale il sistema operativo, le applicazioni, i dati, risiedono su server hosted, in un’ottica di workplace as a service”.
Fujitsu pone forte l’accento sull’idea di evoluzione e sottolinea come l’approccio sia cambiato anche dal punto di vista dell’utente.
In un mercato sostanzialmente di rinnovo, il driver all’acquisto si è spostato dal prezzo alle funzionalità e ai servizi. Fujitsu sposa dunque in pieno una delle raccomandazioni di Gartner dello scorso anno: nello sviluppo di una strategia per il client in azienda, non ci si può affidare a una logica “one size fits all”. Le esigenze degli utenti possono variare in termini di form factor e di dotazioni, ma non prescindono da un elemento chiave, che è la connettività.
“L’obiettivo è la full connectivity e la strada per arrivarvi è quella che chiamiamo Embedded broadband. – spiega ancora Bock – Ci siamo resi conti che oltre il 70% dei notebook non va online al di fuori dell’ambiente d’ufficio. Questo perché le operazioni di connessione sono ancora troppo complesse. In albergo, al parco, in un caffè, non utilizziamo mai la stessa modalità per connetterci, non usiamo mai le stesse credenziali, non passiamo attraverso gli stessi controlli centralizzati. Per questo sono convinto che la connettività, 3G, Umts, embedded nel pc consentirà di dare un impulso davvero nuovo all’ubiquitous workplace”.