L’esperienza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: “Abbiamo ridotto i costi e migliorato la collaborazione. Ma attenzione alle resistenze interne dell’IT”.
“Nel piano strategico 2009-2011, l’informatica è stato identificata come una delle aree strategiche per lo sviluppo dell’Ospedale. Tanto che nel 2010 abbiamo investito in ICT 10 volte quello che abbiamo investito nel 2008, e nel 2011 6 volte tanto“. Se solo un po’ delle aziende italiane fossero “illuminate” come l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, molti dei ritardi endemici nell’innovazione tricolore sarebbero risolti. Ma tant’è.
“Per supportare questo piano di investimenti, pensavamo di acquistare prodotti“, spiega il CIO dell’Ospedale Giulio Siccardi. Un surplus di analisi ha spostato il focus vero le soluzioni cloud, che “permettono un modello in cui paghi solo per quello che usi”.
In particolare, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù aveva la necessità di aggiornare il sistema di posta elettronica che non riusciva a soddisfare le esigenze del personale medico (qualche inaffidabilità, scarso spazio di archiviazione disponibile) e che nel contempo impegnava molte risorse dello staff IT (help desk e assistenza).
La soluzione è stata individuata nel cloud, attraverso un’applicazione e-mail e di collaborazione residente su un data center esterno e fruibile come servizio online.
“Abbiamo fatto una gara invitando i 3 principali player sul mercato, optando alla fine per la soluzione di Microsoft – continua Siccardi – che ci ha persuaso per la user experience e per la flessibilità contrattuale, accoppiata a una convincente sicurezza dei dati”.
In base a quanto comunicato da Siccardi in un mese sono stati migrati al servizio Microsoft Online Services ben 3.000 account di posta per un totale di 1 TB di dati spostati.
I vantaggi sono stati molteplici: riduzione di costi (-60% all’anno rispetto alla soluzione e-mail precedente), e maggior tempo a disposizione dello staff IT (100 ore di assistenza in meno al mese), staff che si può dedicare allo sviluppo di applicativi specifici sanitari. “Siamo passati da una soluzione best effort (il meglio che si riesce a fare) a una first best (di eccellenza)”, commenta Siccardi.
Certamente non mancano delle criticità. “Paradossalmente – spiega Siccardi – le maggiori resistenze si trovavano all’interno dei sistemi informativi. Chiediamo flessibilità agli utenti, ma col cloud è richiesto a noi dell’IT di fare un passo indietro, rinunciando a gestire i server, le applicazioni per andare a occuparci di altro”.
Altro problema spinoso è quello della banda larga: chi vuole lavorare col cloud deve sicuramente preoccuparsi non solo della disponibilità della banda, ma anche della sua ridondanza. Un problema non da poco, considerando la diffusione a macchia di leopardo nel nostro Paese.
Infine, l’annoso problema della sicurezza. Che riguarda sia la sicurezza del dato, sia la sicurezza di funzionamento. “Preferisco avere un sistema meno flessibile ma che funzioni 365 giorni l’anno, piuttosto che uno flessibile, ma che rischia di non funzionare” conclude Siccardi.