Come affrontare senza intoppi il passaggio dall’analogico al nuovo sistema di ricezione
Digitale terrestre: questa volta si fa sul serio dopo anni di proclami, sperimentazioni più o meno estese e polemiche politiche. La Tv ha deciso di diventare completamente digitale dal 12/12/2012 e indietro non si potrà più tornare. Nel nostro paese la digitalizzazione del settore è iniziata nel 1996, con il lancio della versione satellitare di Telepiù. La prima offerta era costituita da alcuni canali e da una bolletta mensile per famiglie molto abbienti.
Il successivo bouquet D+ offerto dalla gestione francese di Canal+, operativa in Italia con l’insegna Tele+, ha abbassato i prezzi e le difficoltà tecnologiche legate all’installazione dell’antenna parabolica e del decoder. È stata Mediaset, grazie anche a una serie di leggi per favorire la sperimentazione del Digitale terrestre, a tirare la volata al passaggio dall’analogico al digitale. Ma non solo: oggi si parla anche di Tv mobile con lo standard Dvb-H, e di Iptv con gli operatori Internet. Andiamo ad analizzare cosa occorre per affrontare il cosiddetto switch-off e guardare i programmi Dvb-T trasmessi via etere e non via satellite.
All’inizio è tutto ok
Non occorre cambiare televisore: il vecchio potrà essere usato ancora per anni, basta aggiungere un decoder esterno in grado di decifrare il segnale digitale e trasferirlo all’apparecchio. Per chi deve, invece, cambiare televisore, non ci sono alternative visto che già da diverso tempo la gran parte dei Tv color in commercio è provvista anche di un sintonizzatore digitale. La questione della ricezione, invece, apre una serie di discorsi legati alla qualità del segnale digitale.
Si sente spesso dire: «Con il digitale migliora la qualità dell’immagine e il segnale è più stabile». Tuttavia, mentre il segnale analogico degrada in modo continuo e, anche se fortemente disturbato, presenta comunque un contenuto almeno in parte comprensibile allo spettatore, il segnale digitale oltre una certa soglia di disturbo diventa indecifrabile e perde qualsiasi informazione. In parole povere: con la Tv analogica si riusciva a vedere anche in zone con un segnale debole e disturbato; con il Digitale terrestre non ci sono vie di mezzo. Ecco perché il passaggio è forzatamente lento: bisogna assicurare che il bacino di utenti televisivi analogici continui a vedere i canali televisivi con la nuova tecnologia.
Tanti vantaggi, qualche inconveniente
Quali sono, allora, i vantaggi del Digitale terrestre? Il miglioramento della frequenza di un singolo canale televisivo permette di trasmettere almeno quattro canali digitali al posto di uno analogico. Il Digitale terrestre, proprio perché sfrutta al 100% la banda di trasmissione disponibile, introduce nuovi standard per ricevere nuovi servizi interattivi. Una sorta di minicomputer a disposizione per rimanere aggiornati con le ultime notizie, informazioni sulla programmazione o veri e propri servizi di utilità sociale.
A ruota dei vantaggi del Digitale terrestre, però, arrivano subito quelli che possono essere vissuti come degli svantaggi rispetto al contesto analogico. Abbiamo già detto che per il normale spettatore è necessario acquistare dei nuovi apparecchi predisposti per la ricezione dei segnali digitali. Oltre che un costo, questo costituisce anche una difficoltà pratica per le persone che, come molti anziani, non hanno dimestichezza con la tecnologia: l’uso di una nuova televisione potrebbe richiedere un cambiamento di abitudini consolidate e l’uso di un decoder implica anche un telecomando in più. Oltre ai televisori, in generale qualunque apparecchio per la ricezione di canali televisivi, ad esempio videoregistratori per chi li usa ancora, e schede Tv per computer, deve disporre di un decoder esterno o essere sostituito.
Meglio controllare l’antenna di casa
In aggiunta ai decoder bisogna poi considerare i costi legati all’adeguamento di alcuni impianti d’antenna. Per i sistemi centralizzati si prevede la necessità di un intervento tecnico di adeguamento almeno nel 20/30% dei casi. Per venire incontro allo spettatore, lo Stato metterà in pratica degli incentivi per minimizzare, se non annullare, i costi del passaggio televisivo dall’analogico al digitale. Il tema che più preoccupa gli spettatori è quello legato all’impianto d’antenna per ricevere il Digitale terrestre senza problemi.
Il 70% delle installazioni già presenti in Italia dovrebbe, condizionale d’obbligo, essere in grado di ricevere i segnali, perché l’impianto è lo stesso usato in precedenza e quindi già presente in tutte le abitazioni. Alcune situazioni, particolarmente obsolete, potrebbero però richiedere una revisione. Le cose sono destinate a cambiare: se si amplifica uno scarso segnale analogico, si ottiene un segnale analogico accettabile, ma se si amplifica uno scarso segnale digitale non si ottiene nulla. In emergenza si può anche usare un’antenna portatile esclusivamente per il decoder del Digitale terrestre, ma sarebbe meglio fin d’ora programmare un controllo dell’impianto esistente, per capire come adeguarlo ai nuovi segnali digitali.