Al tribolato processo di acquisizione di PeopleSoft da parte di Oracle si aggiungono le argomentazioni del dipartimento di Giustizia Usa, che parla di oligopolismo.
27 febbraio 2004
Il Doj statunitense ha espresso la propria posizione relativamente all’offerta ostile d’acquisto di PeopleSoft da parte di Oracle. Negativo.
Con un articolato rapporto, i legali del dipartimento di Giustizia hanno decretato come “anti-competitiva” l’azione di Oracle, perché inaridirebbe un mercato che, se l’acquisizione andasse in porto, risulterebbe letteralmente dominato da due soli vendor.
Non che ora vada tanto meglio, dato che i vendor sono tre (Sap e, appunto, Oracle e PeopleSoft, che ha acquisito Jd Edwards). Ma, pare, tre è meglio di due.
C’è rischio, quindi, di radicare ulteriormente un oligopolismo affermato, e al Doj non va.
Fra le motivazioni inserite nelle 17 pagine del rapporto spiccano quelle che i legali hanno, con mestiere, estrapolato dalle parole che lo stesso co-presidente della “regina del database”, Charles Phillips, pronunciò nel 2002, quando era analista per Norgan Stanley e dovette esaminare il mercato delle business application.
La citazione di Phillips sposata dal Doj suona un po’ così: “il mercato delle soluzioni di back-office per le grandi imprese è dominato da un oligopolio formato da Sap, PeopleSoft e Oracle. Il mercato, quindi, ruota attorno alle offerte di queste tre società che possono, automaticamente, prevedere l’aggiornamento dei processi di business negli anni a venire”.
Questo diceva Phillips, due anni fa.
La posizione odierna della sua attuale società, invece, suona all’opposto.
Una nota di Oracle, infatti, definisce che le argomentazioni del Doj non corrispondono a una realtà dei fatti, che invece parla di un mercato altamente competitivo, dinamico e in rapido cambiamento.
Phillips, per soprammercato, ha raggiunto Oracle nel maggio dello scorso anno, poco prima, cioè, che Oracle lanciasse l’offerta di acquisto di PeopleSoft, ed è ritenuto dai più un consigliere strategico di primo piano per il Ceo della società, Larry Ellison.