I cavi sottomarini sono una buona risposta all’aumento della domanda di networking. Lo sostiene Cable&Wireless, che punta a diversificare le infrastrutture di Tlc.
Nelle reti di Tlc di oggi l’ampiezza di banda è elemento fondamentale per garantire il costante aumento di domanda della capacità, dato che le comunicazioni via satellite non sono in grado di soddisfare la velocità richiesta da applicazioni come quelle di banking e trading, che di fatto ingaggiano una sfida al millisecondo.
Anche per questi motivi secondo Cable&Wireless Worldwide il modo più affidabile, efficiente ed economico per supportare con successo il volume della domanda e la richiesta di ampiezza di banda sono i cavi sottomarini.
La società, in una nota, riconosce che la soluzione è caratterizzata da grandi vantaggi ma anche tante minacce.
La natura stessa del luogo dove questi cavi risiedono, nel mezzo del fondo oceanico, spesso implica che siano posati lungo falde, soprattutto negli oceani Atlantico e Pacifico, rimanendo quindi soggetti a danni causati dai terremoti.
Altri pericoli per l’integrità dei cavi possono essere gli incidenti navali, le ancore delle navi o le reti da pesca.
Un’area di grande concentrazione di vie di Tlc globali importanti è in Asia, nel triangolo formato da Hong Kong, Singapore e Giappone. Molti cavi passano da quella zona per la natura del mare, pero è anche una zona di terremoti.
L’anno scorso, ricorda la stessa nota, il cavo Southeast Asia-Middle East-Western Europe 3 (Swm-3), che passa vicino alla costa est di Taiwan, è stato deteriorato da frane sottomarine dovute a un tifone che aveva colpito l’area. Altri cavi come l’Asia Pacific Cable Network (Apcn) e l’Apcn2 sono stati recisi causando anche l’interruzione dei servizi a altri 3tre cavi della zona. Ancora: nel 2006 un terremoto di magnitudo7,1 della scala Ritcher ha danneggiato 9 cavi sottomarini nello Stretto di Luzon, tra Taiwan e le Filippine, interrompendo connessioni tra il sudest asiatico e il resto del mondo.
Un’altra area che ha registrato una crescita del numero di cavi di Tlc è situata tra Medio oriente e India, attraverso il Mar Rosso e l’Egitto. Qui oltre a quelli di origine naturale ci sono problemi di instabilità politica.
I cavi moderni sono disegnati in modo di assicurare robustezza e si realizzano grossi lavori di analisi del sottosuolo marino per fare attenzione a dove posare la rete. Vicino alla costa i cavi sono sepolti per evitare ogni possibile danneggiamento da parte delle operazioni navali molto frequenti in quelle zone.
L’aumento dell’estensione di cavi sottomarini è determinato soprattutto dalla domanda in zone dove le reti di Tlc non erano finora molto sviluppate, come l’est e ovest africano. I nuovi cavi sono posati lungo la costa est del continente per andare incontro alla crescita della richiesta di servizi wireless per le applicazioni mobili. Tuttavia quella zona è molto soggetta ad attacchi pirati e il lavoro di posa di questi cavi è sorvegliato da guardie costiere e le autorità dei diversi paesi contribuiscono alla sicurezza delle operazioni.
In Africa, tramite una partnership con altri operatori locali, Cable&Wireless Worldwide sta sviluppando la rete West Africa Cable System (Wacs), che sarà completata entro il 2011. La rete poserà un nuovo cavo sottomarino in fibra ottica che unirà il sud e l’ovest del continente all’Europa, connetterà 13 paesi e sarà la prima rete sottomarina internazionale di Namibia, Repubblica Democratica del Congo, Repubbliche del Congo e Togo.
Per Nic Cantuniar, Vice President Sales, Continental Europe di Cable&Wireless Worldwide, per far fronte ai possibili problemi che possono sorgere con i cavi sottomarini bisogna diversificare, ossia abbinare vie terrestri a sottomarine.
La tecnologia dei cavi sottomarini si sta perfezionando velocemente. La migrazione delle reti da 10 a 40 o 100 Gb si può realizzare senza dover aggiornare o sostituire la rete esistente. La richiesta di ampiezza di banda a livello domestico sta cambiando la dinamica della domanda a livello mondiale. Come risultato, gli operatori stanno spingendo i consumatori verso i servizi di dati. Ne consegue che l’intero ecosistema delle comunicazioni avrà bisogno di rivedere dove si localizza il contenuto.
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