Il governo venezuelano ha annunciato che d’ora in poi utilizzerà solo software su licenza GPL, Open Source quando possibile, proprietario solo quando necessario
Il ministro venezuelano della Pianificazione e Sviluppo, un economista che da
anni si interessa all’Open Source, ha spiegato che una delle ragioni principali
per la scelta del software Open Source su licenza GPL per le applicazioni
governative è stata la crescente preoccupazione nel vedere che, della spesa in
licenze software, il 75% andava a nazioni straniere e il 20% ad agenzie di
supporto straniere, lasciando solo il 5% agli sviluppatori nazionali.
D’ora in poi saranno i programmatori locali a soddisfare le necessità
software del governo e tutte le applicazioni, inclusa la contabilità nazionale,
saranno soggette a licenza GPL. La decisione è stata sottoposta, per un parere,
al Comitato Esecutivo nazionale del Venezuela, che l’ha approvata a maggioranza.
Contemporaneamente, il governo si impegna a combattere la pirateria del
software e a eliminare qualsiasi applicazione priva di licenza dagli uffici
governativi. Un nuovo programma per favorire l’accesso a Internet da parte dei
cittadini prevede la distribuzione alle comunità di computer basati su Linux.
Il principale precedente a favore del software Open Source in Sudamerica
viene dal Perù; la vicenda ha avuto risonanza internazionale lo scorso aprile
grazie alla lettera
aperta a Microsoft in cui un congressista peruviano ha smontato una per una
le tesi avanzate da Microsoft contro l’uso di software non commerciale nella
pubblica amministrazione.