Il Marketplace Consip apre le porte ai piccoli fornitori di Ict

Le Amministrrazioni svincolate dagli obblighi. Si apre la competitività per Consip

Il ruolo di Consip è scritto nel suo “claim” aziendale: “A fianco della P.A. che cambia”. Consip ha il compito di fornire supporto e consulenza alla Pubblica Amministrazione italiana nel suo processo di modernizzazione, basato su un utilizzo sempre maggiore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. Lo sviluppo e l’accessibilità di tali tecnologie sono fattori decisivi per rendere la P.A. sempre più efficiente, trasparente, orientata al servizio di cittadini e imprese e in grado di fornire servizi innovativi. In fondo, questo è uno degli obiettivi del programma di sviluppo dell’e-government, che il nostro Paese sta portando avanti: far sì che la Pubblica Amministrazione non sia soggetto passivo, bensì motore del cambiamento della società.
In particolare, Consip ha due compiti istituzionali: gestire e sviluppare i servizi informatici per il MEF (area Economia), fornendo consulenza tecnica, progettuale e sui processi; realizzare il Programma di razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi, utilizzando le tecnologie informatiche e modalità innovative negli acquisti (e-procurement). Ferruccio Ferranti, amministratore delegato di Consip, riflette con noi sui risultati dell’azienda e sui progetti futuri.

Che anno è stato il 2003 per Consip? Quali sono i risultati più significativi ottenuti?
Indubbiamente, il 2003 è stato un anno importante, sotto vari punti di vista. I risultati, innanzitutto. Nell’attività di informatizzazione del MEF, sono stati raggiunti importanti obiettivi di innovazione tecnologica e miglioramento dei processi interni al Ministero e sono stati messi a disposizione dell’Amministrazione una serie di strumenti innovativi in grado di migliorare l’organizzazione e rendere più efficaci le decisioni, il tutto a costi contenuti.
Per quello che riguarda il Programma di razionalizzazione della spesa per beni e servizi della P.A., il 2003 ha visto il conseguimento di obiettivi importanti in termini di risparmi, efficienza e semplificazione. Con il sistema delle convenzioni è stata ottenuta una riduzione media dei costi unitari d’acquisto (rispetto ai prezzi medi di mercato negoziati dalle P.A.) pari a circa il 20%, dato evidenziato anche da una recente indagine compiuta dal MEF in collaborazione con l’Istat. Grazie a Consip, la P.A. italiana, nel 2003, ha ottenuto risparmi potenziali, cioè a parità di quantità acquistate, pari a circa 3,1 miliardi di euro.
Inoltre, possiamo dire che oggi, grazie agli strumenti di e-procurement messi a disposizione da Consip (convenzioni di fornitura, Mercato elettronico, gare telematiche), le Amministrazioni hanno la possibilità di effettuare acquisti in maniera più semplice, trasparente, ed economica. Le Amministrazioni, infatti, non devono più effettuare molte delle attività connesse con il processo di approvvigionamento (analisi di mercato, gestione del processo di gara), ma possono acquistare direttamente, con notevoli riduzioni di tempi e costi.
Infine, come sottolinea la Corte dei conti nel recente Referto sull’informatica pubblica, questo sistema ha portato benefici anche per il mondo delle imprese, grazie alla razionalizzazione dell’offerta nei settori produttivi interessati dalle iniziative.
Nel corso del 2003 è anche mutato il quadro normativo entro il quale Consip svolge le sue attività legate al Programma di razionalizzazione della spesa. Gli interventi hanno riguardato, principalmente, l’eliminazione dell’obbligo di adesione alle convenzioni Consip per tutte le Amministrazioni (comprese quelle statali e gli altri enti pubblici che precedentemente erano obbligati). Oggi, quindi, tutte le Amministrazioni hanno la facoltà di rivolgersi a Consip per i loro acquisti, se lo ritengono conveniente, altrimenti possono approvvigionarsi in autonomia, utilizzando, ove applicabili, i parametri di qualità prezzo MEF/Consip. Noi siamo profondamente convinti dell’opportunità di tali modifiche, perché accelerano un percorso che Consip già prevedeva di compiere fra 12 mesi nel suo piano industriale. Inoltre, essendo convinti della validità delle soluzioni e degli strumenti che mettiamo a disposizione delle P.A., questo nuovo regime ci consente di affrontare con fiducia una sfida: quella di essere scelti perché diamo effettivamente risposte concrete e convenienti alle esigenze della P.A, a prescindere da qualsiasi forma di obbligo.

Cosa si aspetta Consip dalla partecipazione a una manifestazione come Ict Trade? Che tipo di vantaggi offre una manifestazione come questa?
Per Consip, il confronto con il settore ICT è di fondamentale importanza. Come già sottolineato, infatti, è proprio sull’utilizzo e la più ampia diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione che Consip basa le attività di consulenza organizzativa e progettuale da essa condotte al servizio delle P.A..
E’ dunque fondamentale per la nostra attività un confronto ravvicinato con gli operatori di questo settore, sia con chi progetta, sviluppa e produce nuove soluzioni, sia con coloro che svolgono l’importante compito della diffusione commerciale dei prodotti, rendendo possibile la loro fruibilità a una platea sempre più vasta di soggetti. La conoscenza dei mercati è uno dei presupposti delle attività di Consip, che proprio a questo scopo si è dotata di una serie di professionalità esperte del settore, in grado di dialogare più facilmente con il mercato ICT.
Per Consip è molto importante un aggiornamento costante sullo “stato dell’arte”, avere il polso del mercato e incontrare direttamente i soggetti che vi operano, in modo da poter sviluppare un rapporto di collaborazione. Dobbiamo capire le esigenze degli operatori e – pur nel rispetto dei diversi compiti che ciascuno di noi porta avanti – progettare le nostre attività, tenendo ben presenti le caratteristiche del mercato.
Proprio in quest’ottica si inquadra la nostra partecipazione ad Ict trade. Tra l’altro, la possibilità di incontrarsi in un appuntamento dedicato esclusivamente agli operatori, consente un rapporto e una comunicazione ancora più stretta ed efficace, meno dispersiva rispetto ad analoghi iniziative del settore. Strumenti come i workshop e le tavole rotonde, poi, sono l’ideale anche per un confronto meno formale e quasi di natura “operativa” sui problemi e le prospettive del settore

C’è qualche novità da annunciare agli operatori del settore ICT?
Rispetto all’edizione dello scorso anno, oggi possiamo vantare l’avvio operativo del Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (o Marketplace), che si affianca come strumento complementare alle convenzioni nazionali per l’acquisto di beni e servizi. Il Mercato elettronico altro non è che un sito accessibile via Internet dove qualsiasi Pubblica Amministrazione può effettuare acquisti sotto la soglia di rilievo comunitario e in cui ciascun operatore del mercato, rispondendo ai bandi di abilitazione pubblicati da Consip, può esporre i propri prodotti.
Tra gli scopi del Mercato elettronico, oltre quello di semplificare notevolmente gli acquisti delle Amministrazioni eliminando tutti i passaggi burocratici, c’è anche quello di facilitare l’accesso al mercato delle piccole e medie imprese delle forniture pubbliche. Tali soggetti, infatti, hanno trovato maggiori difficoltà nell’aggiudicarsi le gare per l’assegnazione di convenzioni a livello nazionale (anche se, comunque, la percentuale di Pmi che risultano aggiudicatarie di iniziative Consip è del 30% circa). I requisiti d’accesso estremamente ridotti in termini di fatturato consentono l’accesso al marketplace di tutti i soggetti, che possono impegnarsi a fornire i propri prodotti anche solo nella provincia dove svolgono attività. A questo proposito, i fornitori finora abilitati sul Mercato elettronico sono costituiti, per oltre il 50%, da imprese con meno di 15 dipendenti. In tal modo viene restituita una rilevanza fondamentale alla relazione diretta tra acquirente e fornitore, che soprattutto in contesti locali diventa di importanza fondamentale.
Per quello che riguarda lo specifico del settore ICT, una delle categorie merceologiche sulle quali il marketplace è già attivo è quella dei Prodotti HW e Sw e Accessori Informatici (SW applicativo e d’ufficio, pc portatili, pc desktop, masterizzatori, schede di rete ecc.) dove sono presenti già circa 9.600 prodotti.
C’è anche un’altra categoria di profondo interesse che abbiamo già attivato, che mi piace sottolineare anche per la sua valenza sociale, è quella degli Ausili IT per disabili. Accedendo al Mercato elettronico, le Pubbliche Amministrazioni possono acquistare prodotti hardware e software di supporto per il lavoro e la didattica dei disabili.

Quali sono le vostre sensazioni sul momento attuale del mercato ICT?
Il settore ICT sconta una difficoltà che è generalizzata e coinvolge tutto il sistema economico. Questo è testimoniato anche dal fatto che la spesa nel settore ICT ha registrato un calo da parte di tutte le categorie di utenti, famiglie, imprese, soggetti pubblici.
A questo si aggiungono aspetti legati all’assestamento di un settore che ha conosciuto, negli anni passati, un boom senza precedenti, con tassi di crescita a due cifre e che ora vive una fase di inevitabile consolidamento e razionalizzazione. Peraltro con andamenti diversificati, poiché, mentre le telecomunicazioni registrano una sostanziale tenuta, a soffrire di più è il lato informatico e in quest’ultimo ambito, in particolare nel 2003, i servizi (sviluppo applicativo e progettuale, systems integration, consulenza, formazione ecc.).
In un contesto economico difficile, a ristagnare sono tutte le forme di investimento, soprattutto quelle in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. Su questo aspetto, gioca una parte importante anche un certo atteggiamento culturale, diffuso ancora sia nel settore delle imprese private sia in quello pubblico, secondo il quale la modernizzazione informatica, con gli investimenti che essa comporta, è sempre rinviabile ad un momento migliore, non è percepita come una leva competitiva. Si continua ad agire con strumenti che non sono più adeguati alle esigenze di una moderna attività e a quelle degli utenti. Questo significa non comprendere a fondo i vantaggi di nuove soluzioni e nuovi servizi, che non rappresentano un semplice “abbellimento”, bensì un fattore strategico per la modernizzazione, la razionalizzazione, la maggiore efficienza dell’attività di impresa (o di quella istituzionale nel caso di soggetti pubblici)

Ci sono segnali di ripresa per il comparto in generale?
E’ inevitabile che la ripresa di tutto il comparto passa per quella di tutta l’economia e quindi delle risorse a disposizione per investire nell’ICT, soprattutto nei servizi, che sono il comparto in maggiore sofferenza.
Ma non trascurerei l’aspetto culturale. Bisogna far capire a tutti gli attori del sistema economico, in particolare alle imprese piccole e medie, che l’ICT è un fattore essenziale di innovazione per loro e per tutto il Paese e che può diventare un importante volano della crescita.
Per la ripresa è essenziale anche una forte risposta dal lato dell’offerta, che deve saper cogliere i mutamenti registrati dal mercato in questi anni, diffondere una maggiore consapevolezza fra gli utenti e progettare nuove soluzioni che rispondano in maniera sempre più specifica alle loro esigenze. Oggi è terminato il periodo del boom ICT, in cui si acquistavano prodotti a prescindere dal loro effettivo uso. Banalizzando, oggi tutti hanno un pc, il vero problema è diventato stabilire che uso se ne fa. E’ per questo che il mercato è diventato più complesso e diversificato, ed è dunque diventato prioritario progettare soluzioni che integrino hardware, software e servizi in modo tale da soddisfare al meglio le esigenze del cliente.

Il tema del convegno è: “Innovazione: perché? – Digital Divide nell’Economia, nella Società, sul Mercato”. Qual è il suo punto di vista?
Credo che l’importanza strategica dell’innovazione sia sotto gli occhi di tutti e sia emersa anche da quanto detto in precedenza. Se volgiamo lo sguardo appena qualche anno indietro, possiamo dire che molti passi avanti sono stati fatti nella riduzione del Digital Divide della società e dell’economia italiana rispetto agli altri Paesi industrializzati.
Consip può portare una testimonianza sul mondo della Pubblica Amministrazione, al cui servizio lavora. Ebbene, osservando la recente evoluzione in questo comparto, si può dire che negli ultimi anni è fortemente cresciuta la consapevolezza dell’importanza dell’ICT nel processo di modernizzazione della P.A. Il piano di e-governement del Governo sta procedendo a passi spediti e l’Italia scala rapidamente le classifiche europee sull’informatizzazione nella Pubblica Amministrazione. Inoltre in alcuni settori, quali ad esempio l’e-procurement in cui Consip opera, il nostro Paese è all’avanguardia rispetto ai partner comunitari.
Certo bisogna fare di più, certamente le risorse a disposizione per ulteriori investimenti non sono ingenti, ma comunque la crescita osservata di recente è stata notevole ed è andata di pari passo con l’acquisizione, da parte delle istituzioni pubbliche, di un dato di fatto importante: un’Amministrazione resa più efficiente grazie alla diffusione di un’informatica moderna, è infatti essa stessa un fattore di sviluppo per tutto il Paese, fa risparmiare risorse preziose da destinare ad ulteriori investimenti, rende migliore il rapporto con cittadini e imprese utenti.
Per quanto riguarda il reperimento delle risorse, un capitolo a parte meriterebbe l’approccio di Partnership Pubblico/Privato (PPP) od il Project Financing, che anche nell’ambito dei servizi sta muovendo i primi passi. Ciò potrà stimolare i soggetti privati a mettere a disposizione capitali ed investimenti per realizzare servizi pubblici
Forse non sono stati fatti passi avanti altrettanto rapidi sul fronte del sistema economico e sociale, o su quello della fruizione diretta dell’ICT da parte di cittadini e imprese. Manca, ancora, forse, una consapevolezza diffusa dell’importanza delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.
Non a caso, infatti, il richiamo alla modernizzazione del Paese in tutti i settori arriva ormai da tutti i soggetti e si comincia a parlare anche di Patti sull’innovazione che coinvolgano tutte le parti sociali. Insomma, il tema dello sviluppo tecnologico si sta affacciando prepotentemente anche nell’agenda politica e sociale, perché comincia a maturare la consapevolezza di come l’innovazione e la modernizzazione basata sull’ICT possa rappresentare un volano fondamentale della crescita economica.

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