Le piazze virtuali rappresentano ormai un elemento acquisito, con il quale tutte le realtà aziendali dovranno, prima o poi, confrontarsi. Con questa visione realistica, ma anche ottimistica, Daniele Ferrari, partner Accenture, ha delineato il quadro de …
Le piazze virtuali rappresentano ormai un elemento acquisito, con il quale
tutte le realtà aziendali dovranno, prima o poi, confrontarsi. Con questa
visione realistica, ma anche ottimistica, Daniele Ferrari, partner
Accenture, ha delineato il quadro delle piazze virtuali italiane.
«Nonostante l’inizio travolgente e gli sviluppi discutibili, ciò che oggi è
rimasto entrerà a far parte stabilmente della catena del valore di molte
aziende». Accenture, tra l’altro, ha messo a punto un’offerta per aiutare
le aziende nel passaggio dal procurement tradizionale all’e-procurement su
marketplace. È soprattutto la piazza virtuale di settore, secondo la società,
che si sta conquistanto un ruolo importante, diventando, potenzialmente, una
sorta di Borsa privata aziendale. Dai marketplace verticali, inoltre, ci si
attende l’integrazione con la supply chain, indispensabile per finalizzare gli
obiettivi dell’e-procurement. I dati recentemente forniti dall’Istituto per il
Commercio Estero (Ice) confermano questa visione. Secondo l’analisi, nel nostro
Paese nel giugno 2002 erano presenti 77 marketplace a capitale italiano. Tale
numero, però, sale a 92 se si considerano anche i grandi marketplace stranieri
che hanno una rappresentanza in Italia. Negli ultimi mesi, la presenza di piazze
virtuali è cresciuta soprattutto nel Sud: nell’ottobre 2001 erano 3, ora sono
10. Dividendo i marketplace italiani per settore, si nota come il tessile,
l’abbigliamento e la pelletteria facciano la parte del leone, con 12 strutture
verticali, seguiti dall’edilizia e dalla meccanica. In pratica, queste realtà
rispecchiano il modello di specializzazione produttiva del Paese. Più in
dettaglio, la situazione italiana vede ora 61 marketplace verticali e 16
orizzontali. «Un anno fa – ha affermato Bernard Prevete,
national manager del progetto eMarket Services di Ice – erano di
più quelli orizzontali e due anni fa la differenza era ancora più marcata.
Quando sono nati, i marketplace erano esclusivamente orizzontali e di tipo
generalista: vendevano di tutto. Ma negli ultimi dodici mesi le cose sono
cambiate radicalmente». Anche in Europa c’è stato un processo di
verticalizzazione e di settorializzazione. Queste realtà si vanno affermando
anche se non hanno alle spalle né un protagonista della filiera di appartenenza
né un gruppo bancario. Si sta addirittura andando verso il singolo prodotto: un
esempio è il francese Tomatoland, dedicato esclusivamente all’industria del
pomodoro.