Lo traccia Ernest&Young basandosi sui risultati di una ricerca mondiale condotta su 301 professionisti.
Uomo, 43 anni, di ruolo per almeno sette anni, laureato in informatica (o discipline assimilabili) in un caso su due, raramente ha un MBA (10%), una vita nella funzione IT, accede al board in un caso su cinque, motivato, abituato a lavorare duro, se gli si apre la porta della leadership non è renitente.
È l’identikit del CIO tracciato da Ernst&Young, con la ricerca “The DNA of the CIO”, tesa a fotografare ruolo, funzione, personalità e attese della figura professionale.
Punto di partenza della ricerca è stata la costatazione che per molti anni il CIO ha tentato di diventare un uomo di decisioni, board.
Era la stagione del famoso “allineamento dell’IT al business”.
Secondo la ricerca di E&Y non è accaduto, se non in qualche sporadico caso.
Ma c’è un segnale incoraggiante: molti CIO trovano che la responsabilità assegnata al proprio ruolo sia oggi premiante e meritevole degli sforzi che si compiono.
Nella ricerca E&Y tratteggia cosa significa realmente oggi essere partner del business, analizzando tanto le aspirazioni dei singoli quanto le caratteristiche sistemiche che la posizione deve avere, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello manageriale.
Si tratta, comunque e sempre, di saper maneggiare il cambiamento, analizzare e tradurre le sfide nel ruolo.
Il rapporto, che si legge in forma integrale QUI, è stato realizzato sentendo 301 senior IT professional europei, nordamericani, asiatici, latinoamericani, australiani e sudafricani.