Approvato il Programma nazionale della ricerca 2011-2013, contenente gli obiettivi, le azioni e i “progetti bandiera” finalizzati a migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema nazionale della ricerca
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica,
su proposta del Ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, ha approvato il
23 marzo scorso il Programma nazionale della ricerca 2011-2013,
contenente gli obiettivi, le azioni e i “progetti
bandiera” finalizzati a migliorare l’efficienza e
l’efficacia del sistema nazionale della ricerca.
Il documento costituisce un’importante componente strutturale
di politica economica che punta sulla progressiva integrazione tra
offerta e domanda di ricerca, sulla costruzione di una rete di
piattaforme e infrastrutture tecnologiche aperte al contributo e alla
partecipazione del sistema produttivo, sull’incremento di
redditività degli investimenti in ricerca.
L’Italia dovrà contribuire in maniera
significativa al raggiungimento degli obiettivi delineati nel documento
di visione strategica Europa 2020, in linea anche con quanto previsto
dal Programma Nazionale di Riforma che si prefigge il miglioramento sia
qualitativo che quantitativo dell’apporto pubblico alla spesa
in Ricerca, attualmente pari allo 0,56% del Pil. L’attuazione
del Pnr 2011-2013 procederà per azioni strategiche,
interventi prioritari e Progetti Bandiera, grazie a una struttura di
governance che avrà l’obiettivo di coordinare e di
controllare l’avanzamento di tutti gli interventi contemplati.
Il nostro Paese presenta forti criticità se raffrontato con
gli altri Paesi Ue, con particolare riferimento ai fattori che
determinano la capacità di produrre e diffondere conoscenza.
Una sottodimensionata dotazione di capitale umano, una scarsa
attitudine del Sistema pubblico di Ricerca alla collaborazione con le
imprese, un sistema di valutazione della Ricerca non perfettamente
allineato alla prassi internazionale, sono solo alcuni degli aspetti
problematici. A ciò si aggiunge la composizione del sistema
produttivo che, con una forte prevalenza delle PMI, riduce ancor di
più la presenza di investimenti privati in ricerca. La quasi
totalità delle attività di Ricerca è
localizzata nelle Regioni centro-settentrionali, con un basso livello
di incentivazione ad investire in house, ma anche ad assegnare le
commesse da parte delle imprese alle strutture pubbliche di ricerca.
È evidente che la Ricerca pubblica deve saper intercettare
le linee di interesse per le imprese, ristrutturandosi e organizzandosi
in modo da rendere conveniente anche alle Pmi l’accesso alla
Ricerca e al trasferimento tecnologico.
Al fine di dare un indirizzo unitario alle azioni da porre in esser, il
PNR propone un ventaglio di interventi dedicati a favorire una
più efficace integrazione tra le politiche e gli strumenti
nazionali e territoriali per lo sviluppo della Ricerca, individuando
dei principi-guida declinati in pochi obiettivi strategici (v. box
sotto).
I principali |
• Crescita della |
La strategia e le azioni
Dall’analisi delle criticità del sistema Paese
sono definite la strategia e le azioni attuabili
nell’immediato futuro. In un’economia basata sulla
conoscenza, la chiave di successo per garantire la crescita del Sistema
della Ricerca diventa l’interazione costante e profonda tra
imprese, Università e Istituzioni di governo.
Altro aspetto cruciale è la promozione della semplificazione
della normativa di settore e dei procedimenti amministrativi, anche ai
fini dell’ottimizzazione dell’utilizzo delle
risorse. In particolare, oltre al potenziamento dello sportello unico
delle imprese, il documento contempla la semplificazione delle
procedure di presentazione e valutazione dei progetti al fine di
realizzare un’accelerazione delle procedure di erogazione dei
finanziamenti approvati. In tal senso, si propone di apportare delle
modifiche al Dm 593/2000 (agevolazioni a valere sul Far) con specifico
riguardo alla fase di valutazione economico finanziaria dei progetti
presentati. Le novità proposte dovrebbero, in particolare,
circoscrivere le fasi finali di tale valutazione ai soli progetti sui
quali si esprime favorevolmente il comitato tecnico scientifico.
Semplificazioni dovranno essere introdotte anche con riferimento alla
fase dell’erogazione dei finanziamenti, valutando
l’opportunità di erogazione dell’intero
anticipo sul finanziamento a fronte del potenziamento dei meccanismi di
garanzie fideiussorie e di garanzia richieste ai soggetti beneficiari
di agevolazioni, nonché introducendo un sistema premiale che
consenta di concedere risorse addizionali a quei progetti di maggior
valore realizzati nei tempi programmati.
Inoltre, vista l’importanza delle tecnologie dotate di
valenza abilitante (c.d. Tecnologie abilitanti) nei confronti
dell’attività umana, il MIUR,
nell’ambito delle competenze da sviluppare nel medio e lungo
periodo, ha evidenziato la necessità di concentrarsi su
precisi ambiti tecnologici i cui contenuti sono coerenti con la
programmazione del Mise relativamente al Programma “Industria
2015”.
Le azioni specifiche proposte nell’ambito del Pnr, per
l’attuazione in concreto della strategia appena espressa,
saranno integrate in un sistema organico di governance
condiviso dalle diverse Amministrazioni interessate.
Le azioni si svilupperanno secondo archi temporali variabili. Esse
vengono attuate nel medio e lungo periodo prioritariamente dal Miur,
con il concorso di altre Amministrazioni e di componenti private, se
necessario e strategicamente utile; nel breve periodo, coinvolgendo i
Ministeri competenti e le imprese private. A tal fine, è
previsto l’attivazione e il ricorso al Fondo per gli
Investimenti nella Ricerca scientifica e tecnologica (First).
In particolare, l’attuazione della strategia complessiva
avviene attraverso le seguenti azioni, dirette a sostenere e favorire:
- la creatività e l’eccellenza in tutti
i campi del sapere; - la ricerca di base orientata alle tecnologie abilitanti;
- la ricerca per lo sviluppo di settori industriali
innovativi; - i progetti integrati di Ricerca a sostegno
dell’industria; - la creazione di nuove imprese ad alto contenuto
tecnologico; - le piattaforme tecnologiche nazionali;
- i distretti ad alta tecnologia;
- i poli di eccellenza nazionale;
- gli interventi finalizzati all’attrazione e
qualificazione di giovani nel settore della Ricerca scientifica e
tecnologica; - le scuole internazionali di dottorato;
- il riorientamento e recupero di strutture di ricerca
industriale, ancorati alla formazione del personale di ricerca; - i post-dottorati tramite forme di assunzione per periodi
limitati e ripetuti; - le infrastrutture di ricerca;
- le Regioni della Convergenza attraverso il Pon Ricerca e
Competitività per le agevolazioni ai progetti di ricerca di
tali aree; - l’estensione dei progetti Pon alle altre Regioni
del Mezzogiorno e al Centro-Nord, per la realizzazioni di azioni di
cooperazione; - il miglioramento del Sistema della Ricerca Italiana
attraverso l’internazionalizzazione; - le Università e gli enti di ricerca.
Sono, inoltre, definite le priorità di intervento
di interesse nazionale connesse allo sviluppo delle tecnologie chiavi
abilitanti. Si tratta dei settori ambiente, energia, agroalimentare,
Made in Italy, patrimonio culturale, Ict, mobilità
sostenibile, salute e scienza della vita, tecnologie sensoriali,
homeland security. Nell’ambito di tali comparti
dovrà essere attribuito particolare rilievo ai progetti di
ricerca tesi a valorizzare le eccellenze italiane.
In coerenza con le linee strategiche adottate, il Pnr individua un
primo gruppo di progetti di interesse strategico, denominati
“progetti bandiera” (v. tavola
sotto) che saranno avviati nell’ambito della programmazione
delle attività degli Enti Pubblici di Ricerca competenti e
che daranno un immediata partenza al processo di cambiamento in atto e
al nuovo approccio inerente lo sviluppo della ricerca. A tal fine, il
Cipe ha stanziato 1.772 milioni di euro, una somma che potrà
generare un volume complessivo di investimenti di circa 2.522 milioni
di euro, grazie anche ai contributi privati coinvolti
nell’intero arco temporale di attuazione dei progetti. La
somma stanziata proviene dai bilanci degli enti interessati
(accantonamento dell’8% del Fondo Ordinario di finanziamento
degli Enti di Ricerca) e per una parte dal Far (Fondo agevolazione per
la ricerca).
I 14 |
|
Super B |
Nuovo e avanzatissimo |
COSMO-SkyMed |
Costellazione di due |
EpiGen – |
Attività |
Ritmare – |
Ricerca scientifica e |
L’ambito |
Rafforzamento del sistema |
La fabbrica |
Progetto orientato a un |
Astri – |
Osservazioni da terra per |
Ricerca e |
Ricerca di alto valore |
Progetto |
Costruzione di un sistema |
Satellite |
Mini satellite con |
Nanomax |
Sviluppo di una piattaforma |
InterOmics |
Sviluppo di una piattaforma |
Progetto |
Progetto da realizzare in |
Elettra-Fermi-Eurofel |
Sviluppo e costruzione di |
Sul fronte degli strumenti di incentivazione alle imprese, il
Pnr richiama l’attenzione sul fatto che la normativa italiana
di settore è tra quelle più generose in termini
di intensità dell’aiuto concesso. Ciò
ha probabilmente inciso negativamente sulla propensione al rischio
tipica delle economie avanzate, generando, purtroppo, atteggiamenti
conservativi e rendite di posizione. Le ipotesi di riforma che sono in
corso di elaborazione e richiamate dal documento sono dirette a
realizzare una migliore ripartizione tra investimenti pubblici e
privati, determinando, a parità di volumi di contributo, un
effettivo incremento della spesa globale.
Si evidenzia, pertanto, la necessità di diversificare gli
strumenti e semplificare le procedure, allineandosi alla prassi europea
che privilegia il contributo in conto interessi a quello in conto
capitale, facilitando, per il finanziamento della ricerca, il ricorso
al credito d’imposta e alla detassazione degli utili
reinvestiti.
Altra soluzione di interesse è l’intensificazione
del rapporto tra venture capital, trasferimento
tecnologico e innovazione produttiva. Il Miur prevede, al riguardo, un
intervento mirato della Cassa Depositi e Prestiti, destinato anche ad
accelerare l’impiego del Fondo di Rotazione per Innovazione e
Sviluppo, coordinato con la mission delle
Fondazioni Bancarie, che agisca da facilitatore nello sviluppo degli
investimenti in ricerca.
Il processo di riforma in corso, da quanto anticipato nel documento, si
dovrebbe completare con l’attuazione del “Contratto
di Ricerca e Sviluppo”, quale nuovo strumento negoziale
finalizzato all’attrazione e all’attuazione di
investimenti strategici.
(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento
Media)