La Commissione europea sta valutando l’opportunità di rendere obbligatorio per le società riferire gli attacchi informatici subiti, con il fine di sfruttare i benefici del dialogo aperto. Inoltre, rafforza l’impegno sul fronte dello stimolo all’adozione del cloud computing.
La discussione aperta e la condivisione delle informazioni sulle minacce informatiche è fondamentale per consentire alle organizzazioni di apprendere e migliorare la comprensione del problema. A sostenerlo, nel corso di un’intervista rilasciata al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, è la Vice Presidente della Commissione europea Neelie Kroes. I dettagli relativi ai piani dell’UE in materia dovrebbero essere rivelati entro la fine dell’anno, con la pubblicazione ufficiale della sua strategia di sicurezza informatica.
La Kroes, responsabile dell’Agenda Digitale dell’Unione Europea, ha anche parlato di altre tendenze IT he potrebbero avere un’importante ricaduta economica generale: il cloud computing, per esempio, che secondo la Presidente potrebbe dare nuovo impulso alla vacillante economia del Vecchio Continente. La UE prevede che il cloud computing potrebbe aumentare la produzione economica europea di 160 miliardi di euro l’anno, in virtù della maggiore efficienza che assicura e della possibilità offerta anche alle PMI di accedere a risorse IT scalabili e all’avanguardia. La Kroes ritiene che un maggiore uso delle tecnologie cloud sarà anche in grado di creare 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020 e aiuterà a correggere in positivo l’alto tasso di disoccupazione giovanile in tutta Europa.
Nel mese di gennaio, la Kroes ha invitato le autorità pubbliche, i responsabili delle politiche industriali, gli acquirenti e i fornitori di cloud a unirsi in una partnership paneuropea del cloud (ECP – European Cloud Partnership). Una richiesta di intervento a sostegno della rapida adozione del cloud in Europa è stata fatta anche in occasione del Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. In quel frangente, la Kroes ha anche indicato che i principali ostacoli all’adozione del cloud computing, come la mancanza di standard precisi e di certificazioni, i dubbi in materia di protezione dei dati e interoperabilità e il pericolo del vendor lock-in dovranno obbligatoriamente essere affrontati a livello legislativo a breve. Ecco perché la UE ha istituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di affrontare la necessità di stabilire norme tecniche comuni per sostenere e far crescere il settore del cloud computing. Il gruppo di lavoro è preparato ad affrontare questioni spinose, come ciò che accade ai dati delle organizzazioni dopo che il contratto del servizio cloud giunge a scadenza e non viene rinnovato.
Ai primi di novembre, il comitato direttivo del nuovo European Cloud Partnership si è incontrato a Bruxelles per dare il via al processo di costruzione di un mercato unico digitale, a livello UE, per il cloud computing. Il board si propone di sfruttare al massimo il potere d’acquisto del settore pubblico per modellare il crescente mercato dei servizi di cloud computing. L’ECP svilupperà una piattaforma basata sulle comuni esigenze di procurement, valide in tutti Stati membri dell’UE, con l’idea di creare un quadro comune per il cloud in Europa.
L’ECP avrà anche il compito di stimolare la migrazione della Pubblica Amministrazione verso il cloud, risolvendo gli ostacoli all’adozione del cloud nel settore pubblico.