Gianni Anguilletti, country manager di Red Hat, commenta l’emendamento che obbliga la Pubblica Amministrazione a valutare nei bandi di gara anche il software libero.
Due giorni fa abbiamo dato la notizia dell’approvazione di un emendamento approvato in Commissione Bilancio, in base al quale il comma 1 dell’articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni si prevede che le pubbliche amministrazioni valutino, in sede di bando di gara, anche il software libero.
La decisione della Commissione trova particolarmente soddisfatta Red Hat, che per voce del suo country manager Gianni Anguilletti così commenta: “E’ una decisione che formalizza una tendenza che vedevamo già in atto da tempo presso la pubblica amministrazione sia locale che centrale, ma ovviamente vedere una decisione ufficiale in tale senso non può lasciarci indifferenti”.
Non è solo una questione di soldi, spiega il manager: “Oltre a ridurre i costi, l’adozione di software open source offre anche una libertà di movimento decisamente superiore per lo scambio dei contenuti e del know-how. L’open source ha numerosi vantaggi: tecnologici, amministrativi ed economici.”
Scegliere il software libero, basato su standard e fornito secondo il modello delle sottoscrizioni, significa abbattere i costi iniziali ed eliminare costosi contratti di manutenzione, ma contemporaneamente poter godere di maggiori funzionalità, grande affidabilità e prestazioni di qualità.
“Sono numerosi i vantaggi offerti dalla piattaforma open source, che portano verso una maggiore produttività del personale e un’ottimizzazione dei costi, cose che nell’ambito della situazione economica attuale, non sono da trascurare, soprattutto per gli enti pubblici”, aggiunge Angulletti.
Per Red Hat la Pubblica Amministrazione rappresenta un mercato importante: ”Ha necessità importanti in termini di potenzialità di investimento e di apertura ed indipendenza sul mercato, requisiti che sembrano tagliati su misura per chi come noi opera in ambito open source. La possibilità di dosare il proprio investimento in modo graduale, ma anche di aprire le proprie infrastrutture evitando ogni tipo di vendor lock-in permette a chi opera in ambito PA di ottenere un valore aggiunto significativo, immediatamente trasferibile agli utenti finali, ovvero i cittadini.”